Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 9 settembre si riferiscono alle dichiarazioni di Cesare Damiano e alla sempre più probabile estensione della quattordicesima. Siamo arrivati ormai al rush finale di un lungo percorso ad ostacoli che ci ha condotto fino a qui, settembre 2016, con ancora nulla in mano, almeno per quanto riguarda i pensionandi e pensionati. Si intravede però la luce in fondo al tunnel, ben distinta, grazie ad un pacchetto previdenziale da 2 miliardi di euro che rappresenterà la prima fase della nuova riforma Pensioni del governo Renzi.

Pensioni, il punto di Damiano sulla quattordicesima

Le ultime notizie sulle pensioni hanno per protagonista Cesare Damiano, l'ex ministro del Lavoro, da sempre figura centrale all'interno del tema previdenziale, da qualche anno a questa parte. In merito alle recenti indiscrezioni trapelate dalla stampa, l'attuale numero uno della commissione Lavoro alla Camera ha detto la sua sulla quattordicesima, elemento che dovrebbe rientrare all'interno dell'ormai famoso pacchetto pensioni nella legge di Stabilità per il 2017.

Per Damiano l'estensione della quattordicesima è la scelta più giusta che il governo potesse intraprendere, una scelta che andrà a beneficio delle persone che effettivamente ne hanno bisogno, ricalcando quanto fatto anni prima, più precisamente nel 2007, durante il governo Prodi, che concesse la quattordicesima a chi riceveva un assegno mensile non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo e con un'età non inferiore ai 64 anni.

L'esponente dem, parlando dell'incremento della quattordicesima, ha sottolineato come sia una mossa intelligente da parte dell'esecutivo, che potrebbe estendere tale misura anche a chi percepisce un assegno pensionistico fino ai 1.200 euro, tenendo sempre in conto le risorse economiche a disposizione dal governo per la riforma delle pensioni.

Attestati di stima piuttosto importanti quelli rilasciati nella giornata di ieri attraverso una nota sul proprio sito ufficiale da parte di Damiano.

Siamo ancora in attesa intanto del tanto atteso incontro tra Tommaso Nannicini e i lavoratori precoci, che ancora si devono riprendere dal trattamento riservato loro nel corso della prima puntata di Politcs, dedicata quasi interamente al Movimento 5 Stelle e all'attuale situazione critica che la giunta Raggi sta vivendo, a cui si è aggiunto l'allontanamento di De Dominicis, che risulta essere indagato per abuso d'ufficio.

Lui ha risposto dicendo di essere vittima di un complotto.

La questione rimane sempre la stessa. Andare in pensione con quota 41, tutti, significherebbe per i precoci il raggiungimento di un traguardo per cui ha lottato per due anni. Va da sé che le ultime notizie non sono in tal senso confortanti, visto che tale misura avrebbe un costo troppo elevato, si parla di 1,2-1,8 miliardi di euro, costi incompatibili con la spesa complessiva per il via libera al pacchetto previdenziale, che includerà invece la pensione anticipata a 63 anni (Ape) e, come sempre l'incremento della quattordicesima.

L'unica speranza è quella che venga invece dato seguito al ventilato bonus contributivo per i precoci di cui si è fatto cenno qualche settimana fa, una soluzione che non coinvolgerebbe tutti i lavoratori ma soltanto una parte, quella rappresentata da coloro che hanno maturato almeno un anno di contributi tra i 14 e 18 anni, ai quali verrebbe concesso appunto un bonus contributivo di 4 o 6 mesi. Per aggiornamenti cliccate Segui in alto a destra.