Nessuno poteva sognare miracoli dell’ultimo minuto, interventi in assoluta controtendenza rispetto agli ultimi dati economici del paese. La realtà forse deluderà ancora di più coloro che si aspettavano di trovare buone nuove al termine del summit Governo-sindacati che avrebbe chiarito il campo sugli interventi previdenziali. Governo e sindacati hanno trovato un accordo sulla base di una previsione di spesa di 6 miliardi in 3 anni, cioè dal 2017 al 2020. Ecco cosa c’è nel verbale di accordo sottoscritto e cosa verrà fatto nella prossima Legge di Bilancio per le Pensioni.

Precoci

Da anni esistono gruppi, comitati e associazioni di cittadini che avendo iniziato a lavorare presto, si trovano con 40 anni di contributi circa,ma ancora nell’impossibilità di andare in pensione. Legge Fornero, aspettativa di vita e così via,negli anni hanno inasprito i requisiti necessari che oggi sono fermi a 42 anni e 10 mesi. Il Governo, stretto dalla morsa del PIL e del deficit e pressato dai vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, nulla o quasi ha potuto concedere ai precoci. Dall’incontro odierno, come già si sapeva, non è stata concessa quota 41 per tutti, ma in cantiere non c'è nemmeno il bonus contributivo per chi ha versato contributi prima dei 18 o 16 anni di età come nelle ore precedenti si paventava.

L'unico intervento, che ai più sembrerà solo simbolico èl'uscita a 41 anni di contributi concessaa chi ha almeno 12 mesi, anche discontinui,di contributi prima dei 19 anni, ma solo a determinate condizioni. Sembra che la facoltà sarà appannaggio solo di soggetti in difficoltà, cioè disoccupati che non hanno sussidi ed ammortizzatori, invalidi e lavoratori impegnati in mansioni particolarmente pesanti.

La vaghezza di queste condizioni lasciano pensare che questo di oggi potrebbe anche non essere l’ultimo incontro prima del varo della manovra finanziaria, perché è difficile comprendere, per esempio che attività possono rientrare tra quelle pesanti e quali vengono escluse. Sembra un modo come un altro per ridurre la platea di soggetti a cui concedere la quota 41.

APE, quattordicesime ed un programma triennale

Più che un accordo, come racconta Barbagallo Segretario della UIL e come riporta l’edizione online del “Sole24Ore” oggi si è soltanto firmato un verbale. L’illustrazione di questo documento alle parti sociali è stata fatta da quello che è lecito considerare come il padre dell’APE, il Sottosegretario Nannicini. Per l’APE tutto è rimasto com’era, con l’unica cosa ancora da chiarire è la portata di quella social, cioè capire bene a quali soggetti la flessibilità sarà concessa a costo zero. Conferma anche per l’APE aziendale, cioè con le penalizzazioni di assegno e quindi il rimborso della rata alla banca erogatrice del prestito che sarà a carico delle aziende che vorranno mettere a riposo il personale più anziano per rinverdire l’organico o per ridurne il numero.

Per l’APE volontaria, quella che graverà sui lavoratori che restano senza tutela dello Stato o delle aziende, si è deciso di calmierare il costo entro il 6% per anno di anticipo, tanto per non superare la soglia del 20% totale di taglio di assegno per coloro che usufruiranno di tutti e tre gli anni di anticipo. Confermata anche la linea di aiuto alle pensioni minime attraverso il potenziamento delle quattordicesime. A partire dal 2017, tutti i percettori di pensione, con redditi personali sotto i 1.000 euro mensili, avranno nel mese di luglio la mensilità aggiuntiva. Immaginiamo che non tutti siano contenti e qualcosa già è trapelato dalle dichiarazioni dei sindacati, ma ormai il pacchetto previdenziale sembra questo.