Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 28 settembre fanno riferimento al prepensionamento dei lavoratori precoci, con quota 41 e 10 mesi che sembra essere la strada prescelta. Nelle ultimissime ore, da indiscrezioni giornalistiche, sembra che le risorse destinate al pacchetto previdenziale siano inferiori ai 2 miliardi di euro preventivati fino a qualche giorno fa, che già, a loro volta, non erano ritenuti sufficienti dai sindacati, che invece chiedevano 2,5 miliardi. Il timore è che qualche provvedimento possa restare fuori.

Pensioni, per (pochi) lavoratori precoci si va verso quota 41 e 10 mesi

Le ultime notizie sulle pensioni hanno per assoluti protagonisti i lavoratori precoci e la loro richiesta originaria, quota 41 per tutti, che era anche uno dei punti cardine della piattaforma comune dei sindacati, gli stessi che oggi, dopo il rinvio di due giorni fa, siederanno al tavolo del confronto con il governo, rappresentato dal ministro del Lavoro Poletti e Tommaso Nannicini.

In un primo momento si era parlato di bonus per i precoci, ribattezzati come 'veri', che avrebbe coinvolto soltanto coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età, ai quali sarebbe stato concesso uno sconto contributivo dai 4 ai 6 mesi per ogni anno di lavoro compiuto tra i 14 e 18 anni.

Una misura, allora, già criticata da parte dell'intera platea dei precoci, che aveva sottolineato come molte persone, ai quei tempi, non erano riuscite a farsi mettere in regola prima del compimento della maggiore età.

Paradossalmente, oggi la prima soluzione sarebbe stata migliore rispetto a quella che, stando sempre a fonti giornalistiche, sembra essere stata sposata dal governo Renzi.

Stiamo parlando di quota 41 anni e 10 mesi per i lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare prima dei sedici anni. A conti fatti, uno sconto di 6 mesi per ogni di lavoro tra i 16 e 18 anni. Infatti ad oggi la soglia per il pensionamento è fissata, per gli uomini, a 42 anni e 10 mesi.

Il provvedimento coinvolgerebbe una platea di 25 mila lavoratori precoci, con una spesa pari a 600 milioni di euro, identica risorsa destinata alla pensione anticipata a 63 anni (Ape).

Considerate le due spese, si arriva già a 1,2 miliardi di euro. Se le indiscrezioni delle ultime ore in merito alle risorse complessive per il pacchetto Pensioni fossero confermate, resterebbero 300 milioni di euro. Troppo pochi per l'aumento delle pensioni basse attraverso l'incremento della quattordicesima, misura presentata da Renzi alla trasmissione Quinta Colonna questo lunedì.

Vi sono poi anche altri problemi. Ad esempio le donne lavoratrici precoci non avrebbero alcun beneficio da quota 41 anni e 10 mesi, in quanto già adesso vanno in pensione dopo aver raggiunto quella soglia di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica. E poi i cosiddetti super precoci sarebbero soltanto una piccola parte di tutta la platea che chiede a gran voce quota 41 senza distinzioni.

Qualora il provvedimento andasse in porto, si preannuncia una nuova stagione di proteste per i lavoratori precoci, che hanno compiuto numerosi passi in avanti negli ultimi mesi, arrivando ad avere quella visibilità tanto agognata un anno fa, quando politici e televisione davano spazio soltanto al tema degli esodati, un'altra categoria che rischia di essere esclusa dal pacchetto previdenziale del governo. Appuntamento dunque a questo pomeriggio, in occasione dell'incontro tra sindacati e governo.