Oggi 21 settembre doveva essere il giorno più importante per il capitolo previdenziale. Il Governo avrebbe dovuto incontrare i sindacati per presentare l’insieme delle misure da inserire nella Legge di Stabilità di ottobre, sotto la voce Pensioni. Il Ministro Poletti però ha confermato come oggi non ci sarà nessun incontro e che il tutto è tato spostato alle 14:30 di martedì 27 settembre. Ma cosa c’è che fa ritardare questa chiusura? Il rinvio è una cattiva notizia o può essere preludio a un intervento più strutturale sulle pensioni?

Il Governo prende tempo

Tutti coloro che aspettavano con ansia l’incontro di oggi, saranno sicuramente delusi. Il piano pensioni del Governo è ancora in fase di lavorazione ed il Governo, secondo le parole del Ministro Poletti, ha bisogno di qualche altro giorno per approntarlo. Evidentemente l’Esecutivo non ha ancora chiare le risorse che potrà destinare al tema previdenziale, perché oggi avrebbe dovuto mettere nero su bianco anche le cifre che avrebbero coperto gli interventi sulle pensioni. È difficile ipotizzare che ci siano stati ripensamenti sulla struttura degli interventi, perché l’APE ormai è fatta ed anche gli interventi su quattordicesime e ricongiunzioni sembrano già pronti.

L’unico motivo valido per giustificare questo rinvio è quello economico e la data del 27 settembre sembra confermare questa tesi.

Infatti, l’incontro sarà successivo alla nota di aggiornamento del DEF, il Documento di Economia e Finanza. In questo atto, che per importanza è secondo solo alla Legge di Bilancio, saranno rese pubbliche le nuove cifre sull’economia del paese, con tra gli altri i nuovi dati sul debito, il deficit e naturalmente il PIL. In parole povere, per capire di che portata potrà essere la nuova manovra finanziaria e che cifre in essa contenute saranno utilizzabili per i pensionati, si dovrà aspettare il documento che evidenzierà lo stato di saluto del paese.

Voli pindarici sono da escludere perché rispetto al DEF originario, le stime di crescita, di aumento del PIL e di riduzione delle voci negative di debito pubblico e deficit, saranno disattese.

Cosa ci si può attendere?

In sintesi, soldi non ce ne sono per coprire tutte le problematiche degli italiani, naturalmente, pensioni comprese.

È probabile che lo slittamento dell’incontro sia stato fatto anche perché non era scontato l’accordo odierno con i sindacati. I temi caldi sono sempre gli stessi, soprattutto quelli in cui le distanze tra le parti sono maggiori. I lavoratori precoci per esempio, sono quelli su cui i sindacati sono intransigenti, almeno come sembra. Il Governo avrebbe intenzione di intervenire in maniera parziale, riducendo la platea di lavoratori da considerare tali, solo a quelli che hanno contributi versati sotto i 18 anni. Il motivo, manco a dirlo, sempre le coperture, perché intervenire in maniera strutturale come richiedono i sindacati, magari con quota 41 per tutti, sarebbe troppo oneroso.

La verità è che lo Stato non può permettersi una controriforma, cioè un intervento che cancelli la Fornero, ma solo piccoli correttivi che ne addolciscono l’impatto.

Ipotizzare risparmi dell’ultimo minuto su APE, quattordicesime e ricongiunzioni sembra improponibile. Per l’anticipo pensionistico la spesa pubblica riguarda solo la cosiddetta APE social, col costo della rata di debito che per i soggetti disagiati sarà coperta dallo Stato. Opzione Donna e ottava salvaguardia esodati non entreranno in gioco sotto il profilo della ricerca di risorse perché sono due misure già finanziate con interventi singoli già approvati. In definitiva, o il Governo fa un miracolo trovando risorse in maniera improvvisa oppure gli scenari per i pensionati non saranno rosei. Dal DEF infatti sembra facile aspettarsi cifre negative sul piano dell’economia che spingeranno il Governo in altre direzioni rispetto a quelle previdenziali, sempre dal punto di vista delle cifre.