Buone notizie per i lavoratori precoci che da anni sono alle prese con le dure norme introdotte dalla Riforma Fornero. Dagli ultimi incontri, infatti, sono emersi nuovi particolari che lasciano sperare migliaia di lavoratori. Quota 41 sembrava destinato a restare fermo al palo e invece, sembra aver trovato finalmente una risposta.
Sei miliardi per finanziare Quota 41
L'esecutivo potrebbe mettere a disposizione la somma di 6 miliardi di euro per finanziare il cosiddetto meccanismo di Quota 41 che consentirebbe ai precoci di lasciare anticipatamente l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni.
Un intervento che sembrava destinato a non avere più una risposta, visti i numerosi rinvii da parte dell'esecutivo che finalmente riaccende le speranze.
Stando ad alcune indiscrezioni, però, il meccanismo di Quota 41 sembrerebbe destinato soltanto ad alcune categorie di lavoratori che potrebbero beneficiare di uno sconto sino a 1 anno e 10 mesi. Si tratta di tutti quei soggetti che hanno lavorato 12 mesi effettivi prima del compimento dei 19 anni di età anagrafica. A questi vanno aggiunti anche le categorie che si trovano in condizioni economiche disagiate quai i disoccupati che hanno esaurito la durata degli ammortizzatori sociali, i disabili e i lavoratori che durante la loro carriera lavorativa hanno svolto mansioni particolarmente usuranti.
L'ipotesi messa in campo dal Governo prevede anche la sospensione dell'adeguamento dei requisiti all'aspettativa di vita.
Si lavora sull'Ape, Camusso: 'risorse insufficienti'
Si continua a lavorare anche sull'Ape, il cosiddetto anticipo pensionistico ipotizzato dal Premier Renzi sulla quale si potrebbe arrivare immediatamente ad un accordo politico per l'inserimento nella nuova Legge di Stabilità. "Si è fatto un buon lavoro, ma non è ancora concluso.
I sei miliardi stanziati non sono sufficienti e non dimentichiamo gli esodati e il resto della piattaforma", ha commentato con soddisfazione il leader della Cgil Susanna Camusso consapevole del fatto che le risorse messe a disposizione dal Governo potrebbero rilevarsi insufficienti per tutti gli interventi.