Le docenti delle Gae Infanzia tornano a far parlare di loro e lo fanno con quello stile e quel garbo che caratterizza la professione che amano più di ogni altra cosa, al punto tale da non abbandonare la lotta per una sacrosanta assunzione troppo a lungo promessa e mai effettuata. Non c'è fiducia sulle intenzioni reali di trasformare l'organico di fatto in organico di dirittoe dunque è bene rinfrescare la memoria a chi sa e a chi può fare qualcosa. Le docenti delle Gae Infanzia non vogliono usare le maniere forti, come tiene a precisare con fermezza una di loro davanti alla sede della FLC CGIL di Catania, dove erano attese per intraprendere iniziative concrete a tutela delle loro posizioni.
Decise a far valere i loro diritti
Non serve la bacchetta magica per risolverela questione ma solo la buona volontà. Per dare visibilità ed evitare che sulla loro questione calasse il silenzio hanno scelto una pacifica forma di protesta sfilando davanti alla sede del sindacato di Catania in Via Novara. Serve l'impegno reale di tutte le parti coinvolte, sindacati in prima linea, per sanare una situazione che con le assegnazioni provvisorie di fatto ha reso impossibile alle docenti di lavorare con convocazioni da Gae. In tutta Italia sono 17mila in tutto e alle promesse fatte in legge di stabilità con l'assunzione di 25mila docenti nel prossimo biennio, a partire da settembre 2017, ormai non ci credono più.
Sono madri di famiglia che necessitano di un sostentamento; per questo scelgono di emergere all'attenzione dei media con l'intenzione di continuare a tenere viva la condizione assurda che stanno vivendo e per la quale hanno fondato il Comitato Gae Infanzia.
In azione sul fronte sud
L'azione delle educatrici ha avuto un altro teatro con un ospite illustre.
Stiamo parlando di una delegazione capitanata da Giusi Rizzotti che è andata all'istituto Torrisi Colonna della città etnea per incontrare il sottosegretario all'istruzione Davide Faraone. Sono rimaste ad attenderlo all'uscita decise a chiedere se il governo fosse realmente intenzionato ad interessarsi della loro condizione, strappando al sottosegretario una esclamazione (“mamma mia sta diventando il mio incubo”) che la dice lunga sulla fermezza delle docenti a far valere le loro ragioni.
Anche in questa circostanza è stato fatto presente che alle dichiarazioni circa la stabilizzazione dei 25mila residuali delle Gae devono seguire i fatti una volta per tutte. Nei loro messaggi non c'è livore, non c'è rabbia ma solo la richiesta della giusta attenzione per risolvere la grave situazione di precariato che stanno vivendo e se possibile, in qualche caso, c'è anche tanta dolcezza, la stessa che rivolgono ai bambini e al loro lavoro.