La riforma delle Pensioni di Renziporrà le proprie basidalla possibilità di uscireanticipatamente dal lavoro per i lavoratori precoci e per gli usuranti. E' quanto riportato nel verbalemesso nero su bianco dal Governo e dai sindacati al termine dell'incontro tenutosi nella scorsa settimana e che dovrebbe arrivare alla riforma vera e propria entro la fine del 2016, con l'emanazione della legge di Bilancio. I due tasselli dei lavoratori maggiormente esposti alla fatica lavorativa, secondo quanto riportato da Pensioni oggi, dovrebbe avere un occhio di riguardo rispetto ad altre forme di pensione anticipata, tra le quali l'Ape, più pubblicizzata, ma ancora in via di definizione, soprattutto per quanto riguarda i costi dell'anticipo.
Ma, in realtà, non mancano le perplessità dell'accordo, soprattutto in merito ai vincoli della quota 41.
Pensioni precoci 2016, ecco i requisiti per l'uscita anticipata con quota 41
La novità principale per i lavoratori precoci riguarda la possibilità di andare in pensione se in possesso dellaquota 41, purché abbiano svolto almeno dodici mesi di lavoro, pur non continuativo, retribuito e correlato dai versamenti contributivi entro il diciannovesimo anno di età. Tuttavia, oltre alrequisito essenziale e generico, per ottenere l'uscita conquota 41occorrerà anche possedere uno dei tre seguenti profili, con riduzione sostanziale dei beneficiari:
- essere disoccupati e non destinatari di ammortizzatori sociali;
- con problemi di salute che ne determinino una situazione di disabilità;
- essere impiegati in attività di particolare gravosità.
Per tutti i lavoratori precoci che dovessero uscire da lavoroè, inoltre, eliminata la penalizzazione sulla pensione anticipata dell'1 per cento per ogni anno entro il sessantaduesimo e del 2 per cento per quelli precedenti i sessanta.
Tali decurtazioni, sospese dalla legge di Stabilità 2016, rientreranno in vigore a partire dal prossimo anno.
Pensioni usuranti 2016, le novità dei requisiti di uscita
Altra categoria alla quale la riforma delle pensioni dovrebbe accordare una situazione più favorevole è quella dei lavoratori usuranti, attualmente disciplinati dal D.lgs. numero 67 del 2011.
Sarà prevista la cancellazione della finestra mobile di dodici/diciotto mesi intercorrenti tra la maturazione dei requisiti per la pensione e la liquidazione della stessa. Importante novità è anche l'eliminazione della nuova disciplina che sarebbe entrata in vigore nel 2018 relativa alla maturazione di almeno la metà della carriera lavorativa nell'impiego usurante o dell'ultimo anno prima della pensione.
Rimarrà in vigore, invece, il requisito che prevede che si debba aver svolto il lavoro usurante per almeno sette degli ultimidieci anni. Infine, non dovrebbe trovare applicazione neppurel'adeguamento della vita media con aumento di quattro o cinque mesi per la pensione a partire dal 2019: rimarrebberoin vigore i requisiti anagrafici del triennio 2016/2018.