Il 2017 sarà l'anno del debutto anche per i docenti della Scuola e per il personale Ata della nuova pensione anticipata Ape del Premier, Matteo Renzi. La scelta di anticipare l'uscita da lavoro e di andare in pensione varierà in base a numerosi fattori, fermo restando la conferma nella legge di Bilancio dell'accordo sulla riforma delle Pensioni approvato due settimane fa a Palazzo Chigi. Una fascia di lavoratricipotrà, a determinate condizioni, sperare anche nella proroga dell'opzione donna che potrebbe essere inserita nella manovra 2017 all'ultimo momento.

Per tutti, invece, c'è la possibilità del prestito pensionistico (Ape), ma si dovranno rimborsare le rate nei venti anni successivi alla maturazione della pensione di vecchiaia. E, solo per alcuni docenti, il prestito potrebbe essere a costo zero, senza rimborsi.

Pensione anticipata scuola 2017: ecco la perdita di pensione con l'Ape

Il maggior dubbio sulla pensione anticipata Ape è rappresentato proprio dal meccanismo del prestito che determina le penalizzazioni. Andare in pensione a 63 anni significherebbe pagare dai 66 e sette mesi la rata mensile del prestito ottenuto per gli anni di anticipo: tale decurtazione di pensione è variabile in base all'ammontare dell'assegno mensile e alla quantità di anni (fino a 3 e sette mesi) che si è scelto di anticipare.

In ogni modo, secondo le premesse del Governo Renzi, l'anticipo pensionistico volontario dovrebbe comportare una decurtazione della pensione di poco al di sotto del 5 per cento per ogni anno di lavoro evitato. L'alternativa, ma non per tutti, è la pensione anticipata social, ovvero quella senza il rimborso del prestito e senza penalizzazioni: ma tra il personale scuola, attualmente sono sicure di potervi accedere solo le maestre d'asilo, rientranti tra le categorie usuranti.

Pensioni anticipate 2016 con opzione donna: ipotesi di proroga

In più, anche le dipendenti della scuola attendono che venga attuata la proroga dell'opzione donna. Attualmente la possibilità di uscita anticipata a 57 anni e 3 mesi con trentacinque anni di versamenti non ha trovato spazio nel documento di riforma delle pensioni votato al Governo.

Ma è viva l'ipotesi che la proroga dell'opzione donna possa trovare spazio entro la fine del 2016 nella legge di Bilancio che verrà approvata definitivamente: la misura potrebbe riguardare le lavoratrici che sono rimaste escluse dallascorsa proroga poiché il loro giorno di nascita era compreso negli ultimi 3 mesi del 1957. Ma occorrerà fare un confronto tra le penalizzazioni dell'anticipo pensionistico e l'opzione donna: col primo, nella migliore delle ipotesi, si perderebbe fino al 20 per cento (confermando il 5 per cento annuo di decurtazione), mentre i dati ufficiali dell'opzione donna indicano laperdita di un terzo della pensione.