La legge di Bilancio ha cambiato quanto affermato dalla Corte Costituzionale. Attualmente la legge, in discussione alla Camera, non ha riproposto la decurtazione sugli assegni previdenziali superiori a 14 volte il minimo. Questo l'epilogo per un emendamento proposto nella finanziaria del 2014. Torneranno a gongolare i possessori di vitalizi con importo superiore ai 91.343 euro lordi a salire. Il taglio era del 6% per le Pensioni da 14 a 20 volte il minimo, del 12% per quelle dai 130 ai 195 mila euro e del 18% per quelle ancora più alte. Questo dunque quanto deciso dal governo per chi è titolare di forme di previdenza obbligatoria e dei vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali.
La sentenza della corte Costituzionale dichiarava che questo contributo era da considerare eccezionale per evitare che si traducesse in un meccanismo di alimentazione del sistema di previdenza. E per questo il governo, anche se una minoranza del PD e del Movimento 5S aveva reclamato il provvedimento, ha deciso di soprassedere.
Opzione Donna verso riapertura termini
Il Governo nel frattempo ha cercato di stabilire quanti fossero i fondi ancora disponibili per dare ad una platea di donne più estesa la possibilità di scegliere l'opzione Donna. L'on. Damiano ha confermato che Padoan ha firmato il resoconto e lo ha inviato al Ministero per gli adempimenti. Una volta quantificate le risorse sarà possibile consentire la pensione anticipata alle aventi diritto, calcolata con il metodo contributivo.
I fondi disponibili al momento sono 2,5 miliardi. La normativa attuale prevede che il requisito principale di 57 anni e tre mesi con 35 anni di contributi deve essere maturato entro fine 2015 ma si sta studiando la possibilità di portarlo a luglio 2016 ampliando così la platea delle aventi diritto.
Intanto Cesare Damiano chiede che nella nuova legge di Stabilità vengano apportate delle modifiche alla riforma delle pensioni.
Secondo Damiano devono essere presi in considerazione i lavoratori edili per i quali vanno conteggiati i periodi di mobilita e disoccupazione in termini contributivi visto che la loro attività lavorativa non è continuativa.