Dopo le dichiarazioni impegnative di Matteo Renzi, il quale si era espresso in favore di una stabilizzazione nei riguardi di chi tiene in piedi la scuola, sui social si è scatenata la bagarre dei commenti degli interessati che hanno legato le stesse al prossimo referendum costituzionale. Sottoporli ad un concorso come quello appena trascorso, dove in molte regioni le GM hanno subito fortissimi ritardi nelle pubblicazioni, sarebbe un errore. Riservarlo agli abilitati e poi essere costretti ad ammettere anche i non abilitati, trascurando la questione idonei che giustamente chiedono di essere messi sullo stesso piano dei vincitori, produrrebbe gli stessi problemi che hanno paralizzato il regolare avvio dell'anno scolastico in corso.

Ma Il Fatto Quotidiano, con un articolo pubblicato oggi sulle sue pagine, toglie il velo al 'Top Secret' imposto dai piani alti inerente la realizzazione di un piano transitorio per gli abilitati.

Concorso facilitato per gli abilitati

Per capire le reali prospettive di assunzione nel breve termine degli abilitati della II fascia occorre esaminare le intenzioni dell'esecutivo per lo smaltimento delle Gae. Le risorse stanziate nella Legge di Bilancio sono finalizzate alla trasformazione di 25mila cattedre da organico di fatto in organico di diritto. Lo scorrimento progressivo in ruolo dei residuali delle Gae e dei vincitori del concorso 2016 dovrebbe avvenire entro il 2018, sicchè, prima di quella data, il piano non potrebbe partire.

E un'idea che si è affacciata all'interno dei parlamentari del PD, anche con posizioni contrastanti in qualche caso, che piace al punto tale da sedurre anche il Miur; i suoi tecnici ci starebbero lavorando. Il concorso che sarebbe aperto a tutti avrebbe lo svolgimento di una sola prova orale con accesso diretto al ruolo, con la condizione del primo anno come prova.

Per regioni e per classi di concorso esaurite

Un altro elemento di novità del concorso per avviare la fase transitoria è costituito dal fatto che verrebbero bandite selezioni provinciali, ossia solo dove effettivamente serve reclutare nuovi insegnanti e solo per le cdc che risultano effettivamente esaurite. Quanto fin qui descritto lascia trasparire l'influenza avuta dalle varie associazioni che si sono prodotte per studiare alternative valide all'attuale sistema di reclutamento presentate ai membri della VII Commissione Cultura.

Non verrebbero in sostanza replicate le procedure di selezione a carattere nazionale che tanti disagi hanno prodotto in passato.

Il Nodo III fascia

I non abilitati non potranno contare sull'avvio del III ciclo TFA. Ne avevamo già parlato nel contesto di un incontro svoltosi in Parlamento qualche giorno fa tra una delegazione di insegnanti e la VII Commissione. Non ci sarebbero i tempi tecnici necessari ma ciò che più perplime gli addetti ai lavori è la natura stessa del corso, ritenuto non più in linea con le attuali esigenze. Per loro si andrà verso il cosiddetto 'corso concorso' ma non sfugge a chi lavora al nuovo reclutamento l'esigenza di non creare discriminazioni di sorta tra neo laureati e chi ha il servizio. Per essere licenziata la fase transitoria dovrà sciogliere questo nodo predisponendo le prove riservate secondo i casi che si prospetteranno.