Non sembra esserci spazio per la Quota 41 per i lavoratori precoci nella legge di Bilancio, secondo quanto si è appreso oggi (3 novembre) dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti intervenuto in sede parlamentare sulla riforma Pensioni. Un piano di riforma pensioni, quello del Governo Renzi, che viene bocciato senza se e senza ma da Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, il partito guidato da Giorgia Meloni che da tempo chiede i tagli alle pensioni d'oro e l'aumento delle pensioni minime oltre alla proroga del regime sperimentale di Opzione donna e alla formula Quota 41 per i lavoratori precoci.

Lavoratori precoci, l'Ape di Renzi non è per tutti

“Mandare in pensione lavoratori - dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Walter Rizzetto - crea occupazione. Per questo abbiamo chiesto - ha aggiunto vicepresidente della commissione Lavoro della Camera - che i lavoratori con più di 41 anni di contributi potessero finalmente raggiungere questo obiettivo". In commissione Lavoro a Montecitorio, dove tra l'altro è incardinato il ddl Damiano per la pensione anticipata a 62 anni e la Quota 41 per i precoci, sia maggioranza che opposizione erano tutti d'accordo sulla formula previdenziale che consente a chi ha cominciato a lavorare in giovanissima età di accedere al trattamento previdenziale con 41 anni di contributi a prescinderà dall'età.

Adesso, mandando in fumo l'accordo tra maggioranza e opposizione raggiunto in commissione Lavoro alla Camera, "il Governo - ha detto Rizzetto - s’inventa l’Ape costringendo 63enni di accedere un mutuo - ha sottolineato contestando la formula dell'Anticipo pensionistico col prestito ventennale - per andare in pensione".

Ancora ignoti i dati ufficiali sull'Opzione donna

È quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Walter Rizzetto, vicepresidente della commissione Lavoro, intervenendo in question time al ministro del Lavoro Giuliano Poletti. "Non sentiamo più parlare di Quota 41 - ha aggiunto il parlamentare intervenendo oggi in aula durante il question time con il ministro Poletti - e di Quota 96.

Non sentiamo più parlare - ha proseguito Rizzetto - di Opzione donna, né dell’ottava salvaguardia". Va ricordato che sulla possibile proroga dell'Opzione donna si attendono i dati del contatore da parte del ministero dell'Economia e delle Finanze davanti al quale, martedì prossimo 8 novembre, è in programma la manifestazione degli esodati che reclamano la salvaguardia definitiva nell'ambito della riforma pensioni che sarà varata con la legge di Bilancio attualmente al vaglio delle commissioni parlamentari. "Sento soltanto parlare di tagli alle pensioni per migliaia di persone - ha concluso Walter Rizzetto bocciando la riforma previdenziale del Governo Renzi - e la legittimazione politica della legge Fornero”.

E in effetti la riforma pensioni Fornero, che fino al 2020 rappresenta una garanzia per la finanza pubblica, non sarà rottamata ma resterà in vigore; semplicemente verrà in qualche modo introdotto un nuovo elemento di flessibilità con l'Ape, ma le penalizzazioni potrebbero rendere comunque questa formula poco appetibile per i lavoratori.