E' arrivata prontamente la replica dei sindacati alle dichiarazioni rilasciate dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, nel corso dell'intervista rilasciata in data odierna, martedì 15 novembre, al quotidiano economico 'Italia Oggi'. Per chi non avesse avuto modo di leggere interamente l'intervista, ricordiamo che la responsabile dell'istruzione in Italia ha ammesso di 'dover aggiustare il tiro sulla chiamata diretta dei docenti, dopo il primo anno di avvio'.

Ultime news scuola, 15 novembre 2016: 'Il Miur lo ha capito, torniamo indietro sulla chiamata diretta'

Anief, attraverso il suo presidente Marcello Pacifico, non perde occasione per rinfacciare al ministro le continue rimostranze riguardanti i pericoli di discrezionalità e nepotismo operati dai dirigenti scolastici, sottolineando come la Scuola pubblica italiana vada così a perdere la propria identità.

Il giovane sindacato ha ricordato i casi paradossali verificatisi l'estate scorsa con le richieste, per così dire bizzarre, avanzate dai DS come quella del video a figura intera: in ogni caso, in diversi istituti, i criteri discrezionali sono stati particolarmente ampi e, talvolta, decisamente discutibili.

Anief su chiamata diretta docenti: 'Gli insegnanti vogliono tornare ad un sistema più equo'

Non a caso, ricorda Anief, uno degli oltre settanta emendamenti presentati alla Camera in merito alla discussione della Legge di Stabilità 2017 si riferisce proprio alla cancellazione della chiamata diretta e non a caso, aggiunge Anief, sono arrivate queste dichiarazioni da parte del ministro Giannini, in coincidenza dei numerosi ricorsi presentati in tribunale a tutela dei diritti delle migliaia di insegnanti danneggiati dalla nuova procedura di reclutamento docenti istituita dalla legge 107.

'Dunque, c'è un fondo di verità in merito alle nostre rimostranze' ha fatto presente il presidente Anief, Marcello Pacifico, ed ecco perchè, si sottolinea, tornare indietro non sarebbe affatto un errore. 'Bisogna metterci una pietra sopra, ne siamo sempre più convinti e probabilmente anche al Miur lo hanno capito: bisogna tornare ad un sistema equo, tutti gli insegnanti lo vogliono, vogliono dire addio ad un altro sistema antidemocratico e a dir poco discutibile'.