Dal suo profilo Facebook l'on. Puglisi ricorda che verrà avviata una fase transitoria. Ma sono in molti a dubitare che questa fase transitoria venga effettivamente sviluppata per poter effettivamente eliminare il precariato. Riflettendo sulle decisioni assunte dalla Consulta e dalla recente Cassazione, in ordine alla stabilizzazione, resta ancora da sciogliere il nodo di quei precari della II e III fascia delle graduatorie di istituto che sono rimasti fuori dal piano 'assunzionale'. Le sentenze di cui sopra si riferiscono a quei docenti che sono già in ruolo, lasciando ancora irrisolta la questione per chi non ha potuto partecipare (o è stato bocciato) all'ultima selezione nazionale.
Esiste una strategia per loro, come spiegato dall'Avv. Miceli.
La conditio sine qua non
Uno dei motivi dello sciopero del prossimo 14 novembreè costituito appunto dalla legittima richiesta di stabilizzare il personale precario abilitato della II fascia e della III con almeno 36 mesi di servizio. Dal 1 settembre di quest'anno vige il divieto di cumulo di supplenze oltre i 36 mesi, restrizione che riguarda esclusivamente i posti sull'organico di diritto. L'eliminazione del comma 131 è la prima esigenza per evitare che decine di migliaia di docenti abbandonino l'istruzione. Se nell'esercizio delle deleghe contenute nella 107 non sarà previsto un piano transitorio per i precari delle graduatorie di istituto, subordinato alle effettive assunzioni degli oltre 45mila docenti ancora presenti nelle Gae, occorrerà interpellare i giudici ordinari dei vari tribunali del lavoro sollevando la questione di legittimità.
La strategia
Il ragionamento che sottintende a questa possibilità parte dalla considerazione del fatto che chi ha lavorato con supplenze fino al 30 giugno non ha diritto al ruolo ma semplicemente alle differenze retributive maturate negli anni di carriera. Non ci si può accontentare di quei pochi soldi di differenza per i mesi estivi e nemmeno si può confidare nella tempestività dell'indizione dei prossimi concorsi per evitare di sforare il limite dei 36 mesi.
Ecco che la strategia suggerita è quella di un ricorso per la stabilizzazione dove si chieda di interpellare la Corte sulla questione di legittimità costituzionale. Da una pronuncia favorevole ne potrebbe discendere l'immissione in ruolo per i docenti ancora precari. Nel contempo va mantenuta viva la strada dei ricorsi degli abilitati con Tfa e Pasal Tar per poter aspirare ad un inserimento nelle Gae dalle quali scorrere poi gradatamente in ruolo.