Una realtà che non tutti immaginano e che sta diventando una vera e propria moda nel mondo del Lavoro. Sono sempre più in crescita i dati inerenti al fenomeno di lavoratori obbligati con tacito assenso, ad accettare buste paga di importo superiore alla reale somma percepita. Il problema della disoccupazione in Italia ha accentuato il fenomeno, ed ora in tanti stanno correndo ai ripari rivolgendosi agli esperti del settore ed a reagire nei confronti di datori di lavoro che per evadere le tasse, o per meglio dire, non pagarle di tasca propria, aumentano gli importi della busta paga del proprio dipendente.

Gli effetti negativi della disoccupazione in Italia

Il problema nasce dall'alto tasso di disoccupazione e dalla scarsa domanda di lavoro per i giovani, e per quella percentuale che per fortuna o per spirito di sacrificio, accettano qualsiasi condizione lavorativa e retributiva pur di lavorare. A dare risposta a quanto ripetutamente chiesto in merito al fenomeno delle buste paga superiori agli importi realmente percepiti dai lavoratori, è il sito web specializzato nelle leggi, la leggepertutti.it, che chiarisce la situazione e rivela come difendersi in ambito legale nel mondo del lavoro. Infatti non tutti sanno che è possibile agire legalmente nei confronti di quei datori di lavoro che prediligono questo metodo del tutto illegale.

Per il lavoratore dipendente un doppio danno fiscale

La legge in Italia prevede che i pagamenti per i dipendenti lavoratori siano da effettuare attraverso bonifico bancario e pertanto che ci sia tracciabilità di tutta la contabilità aziendale al fine di contrastare l'evasione fiscale ed il lavoro nero. Fatta la legge, trovato l'inganno, ed è per questo che alcune aziende hanno adottato la tecnica di farsi rimborsare dal lavoratore il superfluo della busta paga pattuita, nello specifico: il dipendente che riceve uno stipendio reale di 800 euro mensili per una busta paga da 1200 euro, sarà costretto a restituire la differenza e pertanto sarà penalizzato sua dal punto di vista fiscale per la sua dichiarazione dei redditi annuale, che per eventuali richieste di agevolazioni fiscali per i lavoratori precari a basso reddito.

Quando la busta paga può costare il carcere

Le leggi attualmente tutelano i lavoratori e danno la possibilità di ricevere giustizia e denaro. Se da una parte vi è il titolare d'azienda che approfitta di una situazione di precariato di un lavoratore, dall'altra c'è la possibilità di denuncia e di ricevere per intero il corrispettivo stipendio previsto dalla busta paga.

Non solo, il datore di lavoro che minaccia il licenziamento a seguito di una eventuale recriminazione dei diritti, rischia una condanna per estorsione. Il consenso del lavoratore non esclude ne il reato ne il rimborso degli importi dovuti e l'azione in giudizio, comprende gli ultimi 5 anni di lavoro e pertanto, anche del corrispettivo rimborso dovuto.