Recentemente la guida del paese in mano al movimento 5 stelle è un’ipotesi che tiene sempre più banco sui media nazionali ed internazionali: la recente ascesa del movimento fondato da Beppe Grillo che ha visto quest’anno la presa della capitale infatti si è rivelata sorprendente ma allo stesso tempo prevedibile. In uno scenario dove vige ormai da anni la disillusione e l’allontanamento dalla politica, l’immobilismo e il perpetuarsi delle stesse nefandezze che hanno caratterizzato Tangentopoli e Mani pulite, la guida di un governo pentastellato inizia a diventare un’ipotesi sempre meno irrealistica.

Analizzando questo possibile scenario quali sarebbero le possibili conseguenze per il mondo della Scuola? Ecco qual è stato il commento della deputata 5 stelle Silvia Chimienti che ha risposto alle domande della redazione di TecnicaDellaScuola.it.

Dalla chiamata diretta ai 36 mesi

La responsabile scuola del M5S Silvia Chimienti sembra avere ben chiara la linea da seguire per limitare in parte le polemiche scatenate dall’ormai nota legge 107/2015. Nell’intervista rilasciata a Lucio Ficara di TdS la deputata pentastellata infatti affronta quelli che sono i punti cruciali e caratterizzanti della riforma: dalla chiamata diretta alle assunzioni per il personale ATA, passando per il vincolo dei 36 mesi e la stabilizzazione dei precari.

Secondo la Chimienti infatti per “iniziare a porre rimedio al disastro generato dalla legge 107” non ci sarebbero dubbi. Si parte dall’abolizione di chiamata diretta e ambiti territoriali, nodo fortemente criticato della riforma e che vedrebbe, secondo la visione della deputata, il ritorno del vecchio sistema delle graduatorie, ritenuto più trasparente e meritocratico.

Oltre a ciò, la linea del M5S vorrebbe anche riprendere in mano il piano di assunzioni per gli ATA ormai finito nel dimenticatoio, con l’accortezza di abrogare il divieto fissato dalla legge di stabilità del 2015 di nominare i supplenti entro sette giorni.

Ultimo, ma non meno importante, è l’annoso vincolo dei 36 mesi per i docenti precari per poter stipulare contratti a termine che, secondo Chimienti, dovrebbe essere abrogato, così come il tetto del 10% per le Graduatorie di merito del concorso 2016.

Ci sarebbe poi un nuovo piano di assunzioni squisitamente dedicato alla scuola dell’infanzia da attuarsi attraverso il ridimensionamento delle classi esistenti e la messa appunto di una soluzione per finalizzare l’assunzione dei docenti che ancora orbitano nel limbo delle Graduatorie ad Esaurimento insieme a quelli della II fascia delle G.I. Infine, le idee della Chimienti sono chiare anche per quel che riguarda le nuove assunzioni: no a nuovi percorsi abilitanti come TFA o Pas, ma organizzazione di un nuovo corso-concorso per tutti i laureati ricalcando, in verità, un’ipotesi già in discussione.