La nuova Legge di Bilancio approvata il 7 dicembre al Senato e quindi definitiva, sarà presto pubblicata in Gazzetta Ufficiale. La Legge entrerà in vigore dal prossimo 1° gennaio con tante novità soprattutto nel settore previdenziale. Tra i lavoratori pubblici, quelli del comparto scuola, quando si parla di pensioni hanno regole particolari, legate anche all’anno scolastico. Il MIUR, il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca ha pubblicato una nuova circolare per chi potrà andare in pensione nel 2017.

In attesa delle novità della manovra

La circolare di cui parliamo è la 38646 del 7 dicembre, pubblicata lo stesso giorno del via libera definitivo alla Legge di Bilancio da parte del Senato.

Evidente che la circolare appare ancora monca, incompleta rispetto alle novità introdotte in manovra nel pacchetto previdenziale. Restano però diverse ed importati le informazioni riportate nel messaggio per i dipendenti del comparto che devono andare in pensione nel 2017. La data di presentazione delle istanze di cessazione in servizio, necessarie per l’accesso alla quiescenza è il 20 gennaio. Infatti, tutti coloro che dal prossimo 1° settembre, cioè al termine dell’anno scolastico 2016/17, possono ed intendono lasciare il lavoro, devono presentare domanda entro il 20 gennaio. La scadenza vale per tutti, dai professori, docenti ed educatori fino al personale amministrativo ed ausiliario. Mancano quindi le nuove direttive per APE, ottava salvaguardia esodati, opzione donna e il cumulo gratuito.

Chi potrà presentare istanza

Con le regole precedenti il 2012, cioè antecedenti la riforma Fornero, possono lasciare il lavoro coloro che avevano raggiunto quota 96. In pratica, chi prima del 2012 aveva 35 anni di contributi e 61 di età, oppure 36 di contributi e 60 di età, potrà lasciare il lavoro dal prossimo 1° settembre.

Si tratta dell’accesso alla pensione anticipata con le regole antecedenti la riforma del Governo Monti. Sempre in base alle stesse regole e sempre al 31 dicembre invece vanno maturati 20 anni di versamenti e 61 di età per le donne alle quali è consentito l’accesso anticipato alla pensione di vecchiaia. Con le regole normali invece, possono lasciare il lavoro quei dipendenti che raggiungono entro la fine del 2017, i limiti per la pensione di vecchiaia, cioè 20 anni di anzianità di servizio e 66 anni e 7 mesi di età.

Uscita concessa senza limiti di età, a chi raggiunge 42 anni e 10 mesi di contributi, cioè la soglia per la pensione anticipata. Questo in caso di lavoratori uomini, perché le donne possono lasciare il lavoro con un anno in meno di contributi.

Novità della manovra finanziaria

In attesa che il MIUR provveda ad integrare la circolare con nuove comunicazioni aggiornate alle novità, vediamo cosa si potrà sfruttare nel 2017 in base al pacchetto previdenziale approvato. Il personale scolastico femminile che ha compiuto 57 anni e 7 mesi di età entro luglio 2016, e che ha completato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015, potrà lasciare il lavoro con opzione donna. Anche chi ha ricevuto certificazione dall’INPS per l’accesso alla settima salvaguardia, deve presentare domanda di cessazione entro il 20 gennaio.

Opzione questa che consente a chi, prima della Fornero era in congedo per assistere un figlio con invalidità grave. Restano in piedi le regole di trattenimento in servizio e di cessazioni di ufficio. Rimangono in servizio entro il limite dei 70 anni, i dipendenti che non hanno ancora chiuso i 20 anni minimi per la pensione di vecchiaia. La cessazione d’ufficio invece scatta a partire dai 65 anni per coloro che hanno raggiunto un qualsiasi diritto alla pensione nel caso in cui l’Ente per cui lavorano, abbia necessità di ridurre l’organico. In questo caso, il dipendente deve essere avvisato con preavviso di 6 mesi. Occhio anche al ruolo delle maestre delle scuole di infanzia, che rientrano nelle 11 categorie gravose predisposte dal Governo. Per loro, uscita a 63 anni con 36 di contributi versati con l'APE sociale.