Gli insegnanti di ruolo della Scuola potranno beneficiare della mobilità a domanda scegliendosi la sede per l'anno scolastico 2017/2018. È questa la novità emersa negli ultimi giorni a seguito dell'incontro tenutosi al ministero dell'Istruzione tra l'ex leader, Stefania Giannini e i sindacati riuniti Cgil, Uil, Snals, Gilda e Cisl lo scorso 7 dicembre. Su questa ipotesi dovrebbe lavorare anche il nuovo ministro dell'istruzione, Valeria Fedeli, nell'ambito di ricucitura dei rapporti tra Governo e docenti e, in generale, del personale della scuola.
Infatti, il forte calo del consenso allo scorso referendum è stato attributivo dagli ambienti governativi, per buona parte, allo scontento del personale della scuola a seguito delle misure introdotte dalla riforma renziana.
Mobilità provinciale docenti scuola 2017/18: salva la titolarità di sede?
La notizia è stata pubblicata nella giornata odierna da Italia Oggi sulla base di quanto comunicato da Stefano Fusacchia, capo di gabinetto del Miur. In tal modo, i docenti che dovessero ottenere la mobilità o il passaggio di cattedra, dovrebbero conservare la titolarità della sede, anche nella nuova destinazione. L'eccezione vuole che, però, tale diritto sia mantenuto, se la nuova sede dovesse essere ubicata nella medesima provincia di titolarità al momento della domanda.
Per i docenti che dovessero, infatti, fare domanda per un'altra provincia, dovrebbe vigere il meccanismo introdotto dalla Buona scuola di Renzi, ovvero l'assoggettamento agli ambiti territoriali e alla chiamata diretta.
Mobilità interprovinciale scuola '17/'18 e trasferimenti docenti neoimmessi
Ma anche per questo punto la trattativa è in corso di definizione.
Infatti, secondo quanto riportato dal quotidiano economico, il mantenimento del diritto di sede dovrebbe essere esteso anche alla mobilità interprovinciale. In ambito di mobilità a scuola, poi, dovrebbe essere estesa anche la deroga al vincolo di 3 anni di permanenza nella provincia di servizio per i docenti neoimmessi in ruolo.
Infine, la titolarità della sede dovrebbe essere conservata anche dagli insegnanti soprannumerari che dovessero essere trasferiti d'ufficio oppure a seguito della domanda condizionata, ma solo all'interno della stessa provincia dove svolgono il proprio servizio.