Un prossimo 8 marzo internazionale dove "non abbiamo nulla da festeggiare, abbiamo tutto da cambiare" è quello che si legge nel comunicato del movimento NON UNA DI MENO in Italia. Donne di molti paesi nel mondo sciopereranno come momento per sperimentare e praticare il blocco della produzione e riproduzione sociale. L'astensione ad ogni attività lavorativa che riguardi l'emisfero femminile vuole essere una voce di rottura ad ogni forma di controllo che la violenza, in tutte le sue forme, pratica quotidianamente sui corpi, territori e menti delle donne: "mutuiamo lo sciopero come pratica fondamentale per segnalare la nostra sottrazione da una società violenta nei confronti delle donne (...) uno sciopero per ribaltare i rapporti di forza, per mettere al centro le nostre rivendicazioni, la necessità di trasformare relazioni, rapporti sociali e narrazioni."
L'appello del movimento femminista ai sindacati e la costruzione del piano anti-violenza nazionale
La passata manifestazione contro la violenza del 26 novembre, che ha visto più di 200 mila donne e uomini attraversare la strada della capitale, prosegue i lavori attraverso tavoli tematici e la costruzione di un piano anti-violenza, nelle varie città d'Italia le donne hanno continuato a incontrarsi, a discutere, a tessere proposte dal basso, unendo le varie e diverse competenze collettive, sino al prossimo momento che vedrà la giornata dell'8 marzo simbolo di lotta e rivendicazione.
Simona Sforza, attivista femminista e blogger spiega: "se in Italia, come in altri paesi, le donne e le loro istanze restano sempre secondarie, se non c'è reale ascolto e valiamo come mere produttrici, riproduttrici e consumatrici, mai come esseri meritevoli di diritti e tutele piene allora ci fermiamo. L'8 Marzo deve rendere plastico il vuoto lasciato dalle donne, che si astengono da ruoli e compiti a loro assegnati, e rivendicano una vita libera da ogni forma di violenza, rivendicano un patto di dignità e di rispetto. Senza di noi gli ingranaggi dell'economia si fermano."
Da qui l'appello lanciato da Non Una Di Meno a tutti i sindacati confederati ed autonomi: il movimento chiede ai sindacati di mettersi al servizio della mobilitazione delle donne e di indire uno Sciopero Generale per l'8 marzo.
Conclude La Sforza: "vogliamo agire per trasformare l'esistente che ci vuole sottomettere e cancellare, che ci vuole incatenate in ruoli e stereotipi. Vogliamo che si espliciti che le vite delle donne hanno un valore e pretendiamo che sia rispettato sempre e in ogni situazione." E il grido che è stato lanciato, sottolinea proprio questo: "se le nostre vite non valgono, allora noi ci fermiamo."