In un momento complicato della vita sociale ed economica italiana, gli ultimi avvenimenti in materia previdenziale rendono ancora più amare e nervose le giornate dei Lavoratori di tutte le età. Alcuni di essi iniziano la carriera lavorativa, mentre altri si trovano a metà percorso. I più “fortunati”, come si suol dire ultimamente, sono in procinto di ritirarsi e godersi la pensione. Ma quanti di loro, in quei momenti di ira e in seguito all'ennesimo cambiamento, si sono chiesti se fosse possibile riavere i soldi versati all'Inps e gestirli in modo diverso.

La risposta è complessa, ma andiamo per ordine e vediamo come funzionano le cose in questo inizio di 2017.

Soldi versati alla Gestione Separata

Questo tipo di gestione era nata nel 1995 con la cosiddetta Riforma Dini. La quale prevedeva l'istituzione di un nuovo fondo pensionistico atto a tutelare quelle categorie di lavoratori che ne erano totalmente escluse. E dopo l'entrata in vigore nel 1996, era possibile chiedere la restituzione di quanto versato solo a certe condizioni e fino al 2001.

Oltre a questa eccezione non vi è alcuna normativa che preveda la restituzione dei contributi versati. Tuttavia, secondo i giudici, i versamenti effettuati alla Gestione Separata non si perdono, e contribuiscono ad innalzare l'ammontare della posizione, ma si potranno riavere soltanto sotto forma di pensione supplementare.

I contributi obbligatori

Dal momento in cui ci si impegna in una qualunque attività autonoma o associativa, oppure si è assunti come lavoratore dipendente scatta l'obbligo di effettuare i versamenti contributivi ai fini pensionistici. E qui si apre un capitolo importante che tiene banco giorno dopo giorno.

Con il passaggio del sistema retributivo a quello contributivo, accompagnato dal drastico innalzamento dell'età pensionabile sancito per legge negli ultimi anni ci imbatte in un vero dramma.

Ad, oggi c'è tante carne al fuoco nel tentativo di agevolare l'uscita dal lavoro: Ape, opzione donna, precoci, lavori gravosi e usuranti, e la recentissima richiesta di abolire il parametro che misura l'aspettativa di vita. Ma in ogni caso la giurisprudenza non permette in nessun modo di accedere a quanto versato fino al momento che si hanno tutti i requisiti di legge.

Quindi attraverso una pensione. A meno che si tratti di contributi indebiti o versati erroneamente.

Molti potranno pensare che sia iniquo, ma allo stato attuale i soldi versati sono gestiti dall'Inps e dalla giurisprudenza.