I lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti possono sfruttare una importante possibilità di centrare la pensione in anticipo rispetto ai lavoratori “normali”. Lo prevede la Legge fin dal 1999, quando un decreto del Ministero del Lavoro ha previsto questa particolare categoria di lavoratori. L’uscita consentita è a 61 anni e 7 mesi di età ma ci sono alcune novità che ha previsto la Legge di Bilancio per questi soggetti, a partire dalle scadenze della presentazione delle istanze per rientrare nel diritto alla pensione anticipata.
Beneficiari
Nella previdenza italiana, esistono due grandi istituti, la pensione di vecchiaia e quella anticipata. Nel 2017, la prima si centra sempre con almeno 20 anni di contributi e con 66 anni e 7 mesi di età per gli uomini, 65 anni e 7 mesi per le donne impegnate in attività dipendenti del settore privato e 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome. Per quanto concerne la pensione anticipata (ex pensione di anzianità contributiva), servono 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini ed un anno in meno per le donne, tutti senza limiti di età anagrafica. La Legge di Bilancio che dal 1° gennaio è entrata in vigore, in riferimento alla anticipata, ha eliminato la penalizzazione per chi riuscirà a centrare la pensione prima dei 62 anni di età.
I lavori usuranti invece godono di un trattamento privilegiato in quanto la natura stessa delle attività svolte, li rendono particolarmente logoranti. La normativa attualmente in vigore fa rientrare in queste categorie, i lavoratori impegnati in cave, miniere e gallerie, a contatto con l’amianto, in cassoni di aria compressa e così via.
L’elenco delle attività è predisposto dall’INPS e pubblicato sul sito ufficiale dell’Istituto di Previdenza Sociale. Alla stregua di questi lavoratori, sono trattati anche coloro che svolgono attività notturne, cioè nella fascia oraria che va tra la mezzanotte e le 5 del mattino. A seconda di quante ore e di quanti giorni all’anno, le tipologie di lavoro ricadono nel notturno, stabiliscono i requisiti e le caratteristiche per rientrare in questo scivolo anticipato.
Scadenze e novità
La Legge di Bilancio, anche se non ha cambiato le platee dei soggetti destinatari dell’anticipo e non ha cambiato i requisiti necessari, ha dedicato una parte del pacchetto Pensioni a questi lavori. La pensione per lavori usuranti si centra con 61 anni e 7 mesi di età o in alternativa con 62 anni e 7 mesi, insieme a 35 o 36 anni di contributi, centrando, con le frazioni di anno e i contributi settimanali, quota 97,6. Fino al 2016, cioè coloro che raggiungevano detti requisiti entro lo scorso 31 dicembre, si applicava il meccanismo delle finestre mobili. In parole povere, la pensione decorreva dopo 12 o 18 mesi dalla data in cui i lavoratori centravano quota 97,6. Il meccanismo delle finestre mobili è stato revocato dalla Legge di Bilancio e pertanto, per i nuovi richiedenti la pensione secondo i benefici concessi ai lavori usuranti, la pensione scatterà dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui si centra il beneficio.
Ulteriore correttivo alla normativa vigente è quello dell’aspettativa di vita che la manovra finanziaria ha bloccato per la categoria, fino al 31 dicembre 2026. I requisiti dei 61 anni e 7 mesi di età e dei 35 di contributi resteranno questi fino a quella data. Sempre dalla manovra di fine anno, il Governo ha stabilito le date entro le quali i lavoratori addetti a mansioni usuranti o notturni potranno presentare domanda di accesso alla misura. Non si tratta della domanda di pensione vera e propria, ma solo dell’istanza con la quale si chiede all’INPS di certificare il proprio diritto a rientrare nello scivolo per usuranti. La domanda, per coloro che centreranno i requisiti nel 2017 va presentata entro il 1' Marzo 2017. Per coloro che invece li centrano nel 2018, la domanda va presentata entro il 1' Maggio 2017 e sarà sempre entro questa data che si presenteranno le domande per gli anni successivi.