Le ultimissime novità al 10 gennaio 2017 sulle pensioni anticipate e sui precoci giungono da una ricerca condotta da economisti dell’Università Ca’ Foscari Venezia e pubblicata sull'autorevole rivista Health Economics. Lo studio analizza l'impatto che ha il pensionamento sulla salute mentale degli over 50. I risultati emersi evidenziano quanto i 'quarantunisti' sostengono da tempo: la pensione anticipata sarebbe un valevole antidepressivo, un toccasana per la salute e permetterebbe notevoli risparmi in termini di welfare. La pensione angli anziani e il lavoro ai giovani pare essere dunque un motto con valenze scientifiche.

I dettagli dello studio e le ultime info al 10 gennaio 2017.

Pensioni precoci e anticipate 2017, news: la scienza conferma, la pensione un toccasana

La ricerca evidenzia come siano proprio i lavoratori impiegati in mansioni più dure, come i colletti blu, ad avere più il rischio, vista la stanchezza mentale e fisica, di cadere in uno stato depressivo negli ultimi anni di vita lavorativa. Un po' quello che vanno sostenendo i lavoratori precoci, e che Andrea detto il Toscano, ha ribadito, chiaramente, nel suo appello a Mattarella. La prego a nome di tutti, ha scritto il precoce, di aiutarci nella nostra lotta per la Quota 41 perché siamo tutti ugualmente esausti. Abbiamo alle spalle 39-40-41 anni di contributi e siamo stanchi, meritiamo la pensione, visto che abbiamo già sacrificato la nostra giovinezza.

Ora questo appello pare avere anche un fondamento scientifico. Tra gli operai giunti agli ultimi anni di vita lavorativa, spiega il professore al Dipartimento di Economia di Ca’ Foscari Giacomo Pasini, si osserva effettivamente un peggioramento dello score di salute mentale e un aumento della probabilità di cadere in depressione.

Questi sono dovuti non solo al lavoro duro ma soprattutto al "crescente rischio di perdere il lavoro e non trovare una nuova posizione”.

Novità pensioni anticipate e precoci: risparmi per il welfare

Inoltre la ricerca evidenzia, facendo un parallelismo con i conti spesi dalla sanità, i costi elevati, ben 118 miliardi di euro spesi per curare la depressione.

Proprio per questa ragione la concessione della pensione anticipata permetterebbe anche di fare risparmiare il welfare e di essere non un costo, ma un beneficio per le tasche dello Stato. In buona sostanza finalmente la ricerca dà ragione ai lavoratori che vorrebbero uscire anzitempo dal mondo del lavoro, in primis i precoci, visto che hanno già lavorato per 41 anni di contributi, lavorare a lungo fa male. Lo studio rema così contro a quanti continuano a sostenere come buono lo slittamento in avanti dell'età pensionabile. La Legge Fornero dunque, stando alla ricerca, avendo spostato in avanti, e di parecchio, l'asticella a cui accedere alla quiescenza potrebbe aver creato maggiori casi di depressione.

Il nuovo Governo, dati alla mano, ha ora modo di invertire tale tendenza, riuscirà a soddisfare le esigenze dei lavoratori e concedere quanto prima la quota 41 a tutti i precoci e una riforma Pensioni degna di questo nome a tutti gli altri? Non resta che attendere i decreti attuativi per comprendere se qualcosa potrà ancora cambiare. Anche le donne che lottano per la proroga dell'opzione donna oltre il 2016 e il cumulo gratuito dei contributi per ragranellare i 35 anni necessari ad accedere alla legge 243/2004 sostengono da tempo che la pensione anticipata permetterebbe loro di tornare a vivere 'il secondo tempo della loro vita'. Fare le nonne, dedicarsi ai propri interessi e soprattutto lasciare spazio ai giovani, visti i dati sempre più allarmanti riguardanti la disoccupazione giovanile. Chissà se la ricerca servirà a far aprire gli occhi al neo Governo o se anche questi nuovi spunti non verranno colti.