"La previdenza sociale, che dovrebbe essere un fattore di sicurezza per le persone e di stabilità, di compensazione delle criticità e dei rischi per il sistema e per la comunità, è diventata fonte di grave incertezza". Lo afferma l'On. Anna Giacobbe della Commissione lavoro alla Camera all'interno di un nuovo post pubblicato sul proprio blog, facendo il punto della situazione sul delicato tema delle Pensioni. La Parlamentare ha ricordato per prima cosa l'universalità della tematica, stanche che la previdenza sociale riguarda tanto coloro che si sono visti spostare in avanti l'età di uscita dal lavoro quanto gli anziani che si trovano a confrontarsi con redditi spesso insufficienti, oltre ai tanti giovani che hanno subito il blocco del turn over, crescendo "con l'idea che in pensione non ci andranno mai".
Nell'analisi condotta dalla Parlamentare, il punto di partenza è quindi il riferimento alla recente crisi economica, ma non può mancare un richiamo alla Manovra Fornero, che ha fatto ricorso prevalentemente alla leva dei tagli sulla spesa previdenziale per mettere in sicurezza i conti pubblici.
Riforma pensioni, cosa sta cambiando davvero?
Stante la situazione appena descritta, l'On Giacobbe si è quindi concentrata sugli interventi di flessibilità messi in atto negli ultimi anni. In Parlamento si è lavorato alla "riduzione del danno, con le salvaguardie per gli esodati [...] Non altrettanto si è riusciti a fare per le donne, che sono insieme ai lavoratori precoci l'altra categoria di persone più penalizzate".
A tal proposito, la Parlamentare ha ricordato la "sistematica interpretazione restrittiva da parte dell'Inps delle leggi" che erano invece mirate ad aprire delle opportunità per i lavoratori. Una situazione complessa. che ha generato anche confusione tra le persone in attesa di conoscere quali potevano essere le opzioni a loro disposizione per poter accedere all'Inps.
Accordo del 28 settembre: un risultato dell'azione di Sindacati, Comitati e del lavoro in Parlamento
All'interno di questo contesto si inserisce quindi l'attività portata avanti dalle sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil), dai Comitati dei lavoratori (come nel caso di opzione donna ed esodati) ed il lavoro svolto in Parlamento, "fatto di proposte e soluzioni, di battaglia politica anche dentro il Pd".
Si tratta di elementi che hanno posto le condizioni per il confronto partito a maggio 2016 tra Governo e sindacati e per il successivo accordo del 28 settembre. "Un modo di affrontare le cose e di cercare insieme soluzioni che ha un grande valore: interrompe una fase di svalutazione del rapporto con le forze sociali, della mediazione e del coinvolgimento come strumenti per affrontare le divergenze e i conflitti". In conclusione, l'On Giacobbe ha quindi ricordato i risultati raggiunti con l'accordo di settembre (contenente interventi che si sono successivamente tradotti in norme all'interno della LdB2017), oltre alle prospettive per la c.d. Fase II di prossima apertura, con la quale si potrà intervenire per flessibilizzare il sistema più in generale e per "dare certezze ai giovani, difesa del potere d'acquisto alle pensioni" e maggiore razionalità ai meccanismi di funzionamento pensati negli scorsi anni.
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