L'Inca, il patronato della Cgil guidata da Susanna Camusso, boccia l'Ape introdotto con la riforma Pensioni del Governo Renzi. Nulla a che vedere, secondo il patronato, con la flessibilità in uscita dal lavoro tanto auspicata per l'accesso a nuove forme di pensione anticipata in grado di dare risposte efficaci ai lavoratori "bastonati" in questi anni dalla legge Fornero e di creare nuove opportunità di lavoro per i giovani stretti nella morsa della disoccupazione dilagante.
Pensioni, il patronato della Cgil: Anticipo pensionistico scelta sbagliata
''Una scelta sbagliata - ha dichiarato Morena Piccinini, presidente dell'Inca - che non agevola il ricambio generazionale nell'occupazione e dunque - ha sottolineato - l'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro". Da tempo si parlava di misure per l'accesso alla pensione anticipata che avrebbero potuto contribuire, come ha spiegato anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti proprio in riferimenti all'Ape, a liberare posti di lavoro per i giovani "i cui livelli di disoccupazione - ha sottolineato la sindacalista - restano fortemente preoccupanti''. L'Anticipo pensionistico, come si ricorderà, è un prestito previdenziale concesso dalle banche e fortemente penalizzante per i lavoratori che comunque potranno concludere l'attività lavorativa tre anni prima rispetto ai requisiti anagrafici richiesti per la pensione d'anzianità dalla legge Fornero.
Altro che flessibilità in uscita, l'Ape costringe i lavoratori a fare un mutuo
L'Ape, così come l'Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici, viene introdotta con la legge di Bilancio 2017 in via sperimentale: sarà in vigore a partire dal primo maggio prossimo, la sperimentazioni durerà sino al 31 dicembre del 2018.
"Nulla a che vedere - ha detto la presidente dell'Inca commentando l'Ape sulla rivista Esperienze - con la richiesta del sindacato di reintrodurre elementi di flessibilità nel sistema pensionistico, per la quale il governo - ha proseguito Morena Piccinini - non ha mutato atteggiamento, confermando - ha ricordato la dirigente sindacale - il meccanismo automatico di innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi legati - ha spiegato - all'indice della speranza di vita rilevata dall'Istat".
Queste le critiche dell'Inca all'Ape mentre si resta in attesa di possibili miglioramenti dell'Ape social, dell'Opzione donna e del cumulo gratuito dei contributi con il decreto Milleproroghe al vaglio del Senato.