I verdiniani sollecitano al Governo Gentiloni l'aumento delle Pensioni minime in attesa degli emendamenti al decreto Milleproroghe che in parte potrebbe rivisitare la riforma pensioni varata dal Governo Renzi nella parte relativa all'Anticipo pensionistico sociale, ad Opzione donna, al cumulo gratuito dei contributi. Scade oggi il termine per la presentazione degli emendamenti, a proposito di pensioni i ministro de Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti ha annunciato ieri il blocco del recupero del differenziale sulle pensioni rispetto all'inflazione registrata anche nel 2017 e che quindi slitta adesso nel 2018.
'Pensioni minime vergognose in uno stato di diritto'
E mentre si attendono i decreti attuativi della prima parte di riforma pensioni sindacati, lavoratori riuniti in comitati, diversi parlamentari sollecitano interventi per il miglioramento del sistema previdenziale con particolare riferimento a una maggiore flessibilità in uscita per la pensione anticipata e anche per l'aumento delle pensioni minime. Ad incalzare il governo su questo fronte Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (Ala), il movimento politico fondato da Denis Verdini. "Pensioni minime vergognose in uno stato di diritto": lo ha dichiarato ieri, intervenendo nell'Aula di Palazzo Madama, il senatore di Ala Vincenzo D'Anna. "Serve rivoluzione copernicana - ha aggiunto il parlamentare verdiniano nel suo intervento sulle pensioni - per richiedere indietro da milioni di cittadini una parte di quei soldi".
Sarebbe come restituire il "maltolto" in altri tempi e che ora potrebbe contribuire a creare un sistema previdenziale più equo, secondo il senatore D'Anna. "Soldi che nei tempi della politica delle vacche grasse - ha spiegato secondo quanto riporta l'askanews - furono loro concessi, in modo da poter recuperare risorse da destinare ai ceti più deboli".
Il movimento di Verdini incalza il Governo Gentiloni
"Se in queste aule - ha aggiunto il senatore di Ala - non è chiara la questione che abbiamo un milione di baby pensionati che ci costano 9 miliardi e mezzo l'anno". Ma non solo, il parlamentare fornisce altri dati durante il suo intervento a Palazzo Madama. "Altri 7 milioni - ha proseguito D'Anna - che percepiscono una pensione calcolata sull'ultima retribuzione, ovvero - ha puntualizzato - del 60 per cento più alta rispetto a quanto gli spetterebbe".
Occorre chiarire una volte per tutte secondo il parlamentare verdiniano la questione dei diritti acquisiti altrimenti non se ne esce e non sarà facile varare misure in favore dei pensionati più deboli. "Se insomma non risolveremo la questione dei diritti acquisiti - ha sottolineato il senatore D'Anna - non avremo mai le risorse necessarie per perequare a vantaggio dei più deboli". Intanto, a proposito di previdenza e giustizia, continua la polemica tra il Governo Gentiloni e l'Associazione nazionale dei magistrati. Sulle pensioni dei magistrati, "c'è una sproporzione tra l'oggetto del contendere e la reazione", ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando criticando la decisione dell'Anm di disertare per protesta l'inaugurazione dell'anno giudiziario in Corte di Cassazione.