A quale età e come escono dal lavoro per andare in pensione i contribuenti che oggi hanno 25, 30, 35 e 40 anni? Chi ha uno stipendio basso rischia di lavorare fino a settanta o settantacinque anni, ben 8 anni in più di coloro che guadagnano redditi alti. I quali, però, hanno più difficoltà ad andare in pensione anticipata. E' questo lo scenario delineato dallo studio sulle Pensioni presentato in questi dell'Istituto Progetica alla vigilia della partenza della fase 2 della riforma delle pensioni del 2017, quella che riguarderà, in particolare, le giovani generazioni.

In ogni caso, il Governo, dopo l'emanazione dei decreti attuativi che riguardano la pensione anticipata con anticipo pensionistico (l'Ape di Renzi) con uscita flessibile a 63 anni e 20 di versamenti e le altre misure previdenziali (pensioni per precoci che maturino la cosiddetta "quota 41", l'allargamento dell'opzione donna, l'ottava salvaguardia per i lavoratori esodati), dovrà studiare misure strutturali per evitare che i lavoratori dai 25 ai 40 di oggi debbano continuare a lavorare fino ai 75.

Pensione anticipata e vecchiaia 2017: ecco le previsioni per le giovani generazioni

A rendere difficoltosa l'uscita con la pensione anticipata è il criterio previdenziale secondo il quale la prima rata della pensione debba essere di 2,8 volte l'importo dell'assegno sociale.

Ciò significa che il prepensionamento, secondo le regole del 2017, è possibile per redditi di circa duemila e 500 euro mensili. Di contro, se la pensione è più bassa di 1,5 volte l'assegno sociale, si incrementa l'età per la pensione che può arrivare fino ai 75 anni. In definitiva, secondo le simulazioni della Progetica, sui giovani si può applicare la flessibilità delle pensioni, ma a condizione che si abbia un lavoro ben pagato.

Infatti, chi oggi ha 25 anni ed ha cominciato a lavorare a 20, andrà in pensione a 67 anni, che diventano 67 e 11 mesi se l'inizio del lavoro è fissato a 25 anni (o a 30), purché abbia uno stipendio di 2,8 volte l'assegno sociale (1° caso), altrimenti occorrerà avere i 71 e 3 mesi (per redditi da 1,5 a 2,8 volte l'assegno sociale, 2° caso) o i 72 e 4 mesi per redditi inferiori a 1,5 volte l'assegno sociale (3° caso).

In quest'ultimo caso, l'età della pensione si innalza fino ai 75 anni e 8 mesi per i 25enni che iniziano a lavorare a 30 anni, con un ritardo di 7 anni e 8 mesi rispetto ai coetanei che iniziano a lavorare a 20 anni.

Pensioni anticipate e di vecchiaia 2017: chi lavorerà fino a 75 anni

Per i contribuenti che oggi hanno 30 anni, invece, la pensione arriverà a 66 anni e 4 mesi con il sistema contributivo se l'inizio del lavoro è fissato a 20 anni. Viceversa, se il primo lavoro è stato a 25 anni, l'età per la pensione aumenta a 67 anni e 3 mesi (per pensioni future superiori di 2,8 volte l'assegno sociale), a 70 anni e 8 mesi nel secondo caso e a 72 nel terzo caso. Chi inizia a lavorare a 30 anni, lavorerà fino a 75 anni e 1 mese (ritardo uscita di 7 anni e 8 mesi), a meno che non guadagni molto.

Chi oggi ha 35 anni ed ha iniziato a lavorare a 20, uscirà a 65 anni e 9 mesi, a meno che non abbia iniziato a 25 (uscita massima 71,4) o a 30 (74,6). I quarantenni che hanno iniziato a lavorare 20 anni fa, usciranno a 65 anni e 2 mesi. Per chi ha iniziato a lavorare a 25 o 30 anni, l'uscita può arrivare a 70,9 o a 74,1 con ritardi che sfiorano gli otto anni.