Come andranno in pensione anticipata nel 2017 i contribuenti nati negli anni Cinquanta e Sessanta? Le possibilità di uscita, con la riforma delle Pensioni varata dal precedente Governo Renzi che dovrà attendere i decreti attuativi del nuovo Governo, sono molteplici. Oltre ai normali requisiti delle pensioni anticipate con gli anni di contributi previsti dalla riforma Fornero (42 anni e dieci mesi per i lavoratori, un anno in meno per le lavoratrici), novità sull'uscita anticipata saranno possibili con l'anticipo pensionistico Ape e la pensione anticipata per i precoci che hanno maturato la cosiddetta quota 41.

Ma anche la normativa vigente ad oggi permette alcuni istituti previdenziali di uscita. Leggiamo i casi di alcuni lavoratori nati nei due decenni più prossimi alla pensione.

Pensioni anticipate 2017 con Ape social e volontaria e precoci quota 41

Chi è nato negli anni '50 con molta probabilità, e al raggiungimento di determinati requisiti, nel 2017 potrà andare in pensione anticipata con l'Ape social o con la pensione dei precoci con quota 41. Nel dettaglio, entrambi gli istituti previdenziali prevederanno il requisito dello stato di disoccupazione al momento della domanda o l'invalidità al 74 per cento minima oppure l'assistenza a coniuge o a parenti entro il primo grado con handicap grave. Le due uscite differiscono, però, per l'anno di versamenti contributivi entro i 19 anni previsto per i precoci che dovranno, in ogni modo, dimostrare di aver versato un totale di 41 anni di contributi.

L'anticipo pensionistico social, invece, permetterà l'uscita a partire dai 63 anni (i precoci possono uscire anche prima di questa soglia) e il non dover pagare, al pari dei precoci, il prestito pensionistico di venti anni al compimento dei 66 anni e 7 mesi, ovvero all'età per la pensione di vecchiaia. A tale onere, invece, dovranno ottemperare i contribuenti che andranno in pensione anticipata con l'Ape volontaria.

Come andranno in pensione anticipata i contribuenti che hanno iniziato negli anni '80?

Chi, invece, è nato negli anni '60 e, presumibilmente, ha cominciato a lavorare negli anni '80, potrà seguire la vecchia normativa per andare in pensione anticipata. In particolare, la precedente riforma prevede che chi ha la data d'inizio del versamento dei contributi tra i quattordici e i ventitré anni (o 24 per le donne), potrà andare in pensione anticipata negli anni compresi tra il 2016 (2015 per le lavoratrici) e il 2028, al raggiungimento dei requisiti contributivi.

Per gli uomini che hanno iniziato a lavorare a partire dai 24 anni e per le donne dai 25, invece, la strada è quella della pensione di vecchiaia a 68 anni, a partire, quindi, dal 2028. Infine, per chi fosse nato negli anni '60, ma ha cominciato a lavorare tardi, comunque dopo il 31 dicembre 1995, dovrà rifarsi a ciò che prevede il regime di previdenza contributivo per la pensione di vecchiaia di tipo "sprint". Ovvero, la pensione scatterà a 64,5 o a 64,9 anni, negli anni 2024/2025, a seconda che la data di nascita sia antecedente o successiva al 31 luglio del 1960.