Le news sulle Pensioni aggiornate ad oggi martedì 28 febbraio hanno come riferimento l'affondo del Movimento 5 Stelle sugli assegni previdenziali dei parlamentari, che ha trovato grande risonanza mediatica nel corso della giornata di ieri. Oltre alla richiesta presentata dal M5S, vanno registrate anche le dichiarazioni di Cesare Damiano, che in riferimento alla proposta di lavoro di cittadinanza avanzata da Renzi, ha risposto con il concetto di "pensione di cittadinanza".
Pensioni parlamentari uguali a quelle dei cittadini
L'attesa conferenza del Movimento 5 Stelle a Montecitorio si è tenuta nella giornata di ieri, lunedì 27 febbraio, ed ha mantenuto quelle che erano le premesse presentate, sui canali social, da Luigi Di Maio, vice presidente della Camera ed esponente di spicco del Movimento.
"Subito pensioni dei parlamentari uguali a quelle dei cittadini", questo il messaggio lanciato durante la conferenza stampa da Di Maio, assistito dai parlamentari grillini Riccardo Fraccaro e Laura Bottici. Di Maio chiarisce come la proposta del M5S riguardi le nuove pensioni contributive che i parlamentari, dopo 4 anni e 6 mesi di legislatura, possono ottenere all'età di 65 anni (a 60 anni con due legislature). Privilegi che i pentastellati definiscono come "vitalizi mascherati". Il Movimento 5 Stelle chiede che "i contributi confluiscano nella previdenza pubblica, senza nessun vitalizio a 65 anni". Per farlo, hanno spiegato Di Maio insieme a Fraccaro e Bottici, sarebbe sufficiente una delibera degli uffici di presidenza di Camera e Senato, e non una legge.
Pensione di cittadinanza per i giovani di oggi
Protagonista nel recente passato del tema previdenziale, Cesare Damiano è tornato ad affrontare la questione, a ridosso del secondo incontro tra sindacati e governo, previsto per domani, mercoledì 1 marzo. L'esponente dem, attuale presidente della Commissione Lavoro alla Camera, rispondendo indirettamente alla proposta di "lavoro di cittadinanza" avanzata da Renzi, ha fatto emergere il concetto di "pensione di cittadinanza", pensata per le nuove generazioni, che devono lottare contro il lavoro discontinuo ed il precariato.
L'ex ministro del lavoro ha spiegato che il disegno di legge esiste già (numero 2100, a firma di Gnecchi e lo stesso Damiano). La proposta prevede una pensione base di 500 euro, garantita a tutti quei giovani che hanno iniziato a lavorare a partire dal '96. Tale proposta è stata inoltre già recepita dai sindacati, e sarà argomento di discussione con l'esecutivo a partire dai nuovi incontri fissati per il mese di marzo.