Le ultime notizie Scuola ad oggi, sabato 25 febbraio, sono relative all'intervento del ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli a margine di un incontro tenutosi alla Saa, la scuola di management dell'Università di Torino.

Il responsabile del Miur ha sottolineato come gli analisti hanno ribadito gli anacronismi dei sistemi d'istruzione dei Paesi occidentali. In pratica, la scuola è rimasta ferma, 'si è ossificata ed ora è necessario uno sforzo di ammodernamento sostanziale'.

Ultime news sabato 25 febbraio 2017: Valeria Fedeli 'La scuola è rimasta ferma, ossificata'

La ministra Valeria Fedeli, a questo proposito, ha ripetuto come il governo abbia investito tre miliardi di euro sulla scuola, dando il via ad una serie di operazioni. Tra le molte cose c'è anche quella, innovativa, di aver fatto diventare strutturale l'alternanza tra scuola e lavoro. 'Scuola e lavoro non parlano la stessa lingua - ha specificato la ministra - e, secondo me, i loro linguaggi devono restare separati seppur debbano anche imparare ad intrecciarsi.

Tra l'altro, sempre nella giornata di ieri, il ministro Fedeli, nel corso del seminario sui progetti Erasmus, ha colto l'occasione per mandare i propri auguri di pronta guarigione al sindaco di Roma, Virginia Raggi che è stata ricoverata presso l'ospedale 'San Filippo Neri' per un malore improvviso.

Buona Scuola, denaro pubblico speso male senza ascoltare le richieste del mondo della scuola

Tornando alle dichiarazioni della ministra dell'Istruzione in merito ai tre miliardi spesi per l'istruzione, non si contesta la volontà di operare un restyling della scuola pubblica italiana. Come ben sottolineato dal sito specializzato Tecnica della Scuola, prima il governo Renzi e poi quello Gentiloni hanno 'pubblicizzato' a gran voce l'impegno dello Stato per l'ammodernamento della scuola ma il punto è questo: 'Come si è deciso di investire queste risorse economiche?'

La legge 107 non è stata certamente lo strumento migliore e il fatto di non aver ascoltato minimamente le contestazioni del mondo della scuola aggrava ancor di più le responsabilità di un governo che spende male il prezioso denaro pubblico e ancor peggio si ostina a non tenere in considerazione la voce di chi lavora quotidianamente nella scuola.