Slitterà alla prossima settimana l'approvazione nel Consiglio dei ministri del Governo Gentiloni del decreto di riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Madia che porterà, parallelamente, al rinnovo dei contratti degli statali nel 2017. Il provvedimento non sarà sul tavolo del Governo ad eccezione dei decreti correttivi che riguardano i furbetti del cartellino e le partecipate pubbliche, due dei capitoli della riforma del pubblico impiego bocciati dalla sentenza della Corte costituzionale tre mesi fa.

Riforma Pubblica amministrazione 2017 e contratti statali: i licenziamenti

Novità, in ogni modo, sono attese nel testo della riforma della Pubblica amministrazione e dei nuovi contratti per il 2017 dei lavoratori statali per ciò che riguarda gli aumenti degli stipendi, i bonus e i premi di merito e la disciplina del licenziamento. Sugli aumenti delle retribuzioni, il Governo Gentiloni e il ministero del Tesoro sono alla ricerca dei fondi necessari per arrivare all'aumento medio di 85 euro per ciascun lavoratore statale a partire dal 2018. Il compito sarà ulteriormente reso difficile dalla manovra correttiva del Bilancio 2017 che imporrà all'Esecutivo di coprire i 3,4 miliardi di deficit. Sul fronte del licenziamento, tuttavia, tutte le attenzioni sono rivolte alle cause che potranno determinarlo.

Contratti statali 2017 e Pubblica amministrazione: aumenteranno i licenziamenti con la riforma?

Infatti, la riforma della Pubblica amministrazione e i nuovi contratti statali del 2017 confermeranno il licenziamento breve per chi dovesse essere colto sul fatto di timbrare il cartellino e di uscire da lavoro. La procedura prevede la sospensione dal lavoro entro le quarantotto ore e la conclusione della decisione disciplinare entro i trenta giorni.

Nelle intenzioni del ministro Madia c'è la possibilità che il licenziamento veloce possa essere allargato anche ad altre tipologie di infrazioni, prime tra tutte le assenze seriali e quelle riguardanti determinati giorni della settimana lavorativa. E i risultati promettono un'inversione di tendenza già confermata dagli ultimi dati resi noti dal ministero per la Funzione pubblica.

Infatti, informa Il Messaggero, nel 2015 sono stati licenziati 230 statali con un incremento del 23,3 per cento rispetto all'anno precedente. Ben 108 di questi licenziamenti sono motivati dalle assenze. Ma occorre ricordare che nel 2015 il decreto sui furbetti del cartellino non era già in vigore. E' prevedibile, dunque, che la riforma della Pubblica amministrazione comporterà un deciso aumento dei licenziamenti tra gli statali.