Con il cambio della guardia a presiedere il Ministero dell’istruzione anche i più radicali hanno dovuto rinunciare: l’agognata abolizione del test d’ingresso a medicina non ci sarà. Questa infatti è stata l’aspettativa a più riprese rilanciata dall’ex ministra Stefania Giannini che in passato ha manifestato chiaramente l’intenzione di sostituire il vecchio test con uno “modello alla francese” con un primo anno aperto a tutti e poi uno sbarramento sulla base di media ed esami sostenuti. Adesso però alla poltrona del Ministero siede la neo Ministra Valeria Fedeli che, seppur con idee non altrettanto radicali, ha già espresso l’intenzione di mettere mano all’odiato test d’ingresso.

Abolizione test: sempre più lontana

Che l’attuale sistema di accesso alle facoltà di Medicina rappresenti una fortissima criticità di tutto il sistema universitario è ormai fuor di dubbio: basti pensare alle incalcolabili irregolarità registrate in ogni edizione e responsabili, a mezzo di migliaia di iniziative legali, dell’ingresso soprannumerario di quasi altrettanti studenti, con buona pace dei colleghi “regolari” e degli stessi atenei, a tutto danno della qualità dell’insegnamento. Del test poi non ne vogliono proprio sapere le associazioni studentesche che rivendicano l’anticostituzionalità del numero chiuso e anche lo stesso Codacons ha più volte sottolineato che i test di ammissione alle facoltà di Medicina non hanno alcun rapporto con il reale fabbisogno di medici e dentisti del nostro paese: esistono, dicono, perché le università non possono accogliere tutti gli studenti aspiranti medici.

Critiche a pioggia anche dall’Anaao Assomed, associazione sindacale dei medici dirigenti, che ha evidenziato come la formazione dei medici rischi di produrre schiere di futuri medici “inoccupati o disoccupati”.

Fedeli: allo studio test in via informatica

Si tratta di questioni già note a Miur per cui, sulla base delle indicazioni fornite dalla Giannini si studiava l’attuazione di un correttivo ispirato al modello francese.

Di questo però non sembra essere a conoscenza la nuova ministra Valeria Fedeli che nei giorni scorsi ha preso per la prima volta parola nell’ambito dei test d’ingresso. “Urgente semplificare e rendere più snella la prova nazionale di accesso a Medicina” ha detto, aggiungendo che “si potrebbe studiare la possibilità di espletare le prove presso le sedi universitarie in via informatica”, esattamente sulla scia di quanto già attuato per le Scuole di Specializzazione.

L’orientamento della neo ministra è dunque quello di rinunciare alle vecchie scartoffie del test per una prova “computer based” più facile da controllare e meno suscettibile di irregolarità. Ma sarà davvero così? Al MIUR i meccanismi informatici hanno già fallito una volta col caos delle assegnazioni degli insegnanti in mobilità quando il cosiddetto “cervellone”, sottovalutando la numerosità delle domande è letteralmente impazzito. Siamo proprio sicuri che sia tempo di una svolta tecnologica su un tema così delicato?