Questa volta, probabilmente senza volerlo e soprattutto senza accorgersene, ci ha azzeccato. Oggi per trovare lavoro non serve mandare curricula: si creano più opportunità giocando a calcetto". Sì, è proprio così. Ha ragione il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. Ne ha "sparate" tante da quando ricopre uno degli incarichi di maggiore responsabilità del Governo. Così tante che navigando sul web con google più siti riportano il link "frasi vergognose di Poletti". Ma per come vanno ormai le cose in Italia, è impossibile dargli torto.
Anzi.
Protagonista di nel Paese delle meraviglie"
Volto e personalità popolari al grande pubblico per le imitazioni del comico Maurizio Crozza nel suo "Nel Paese delle Meraviglie", piuttosto che per i provvedimenti assunti da responsabile di uno dei settori più in crisi del Paese, quale quello del lavoro e dell'occupazione, Poletti questa volta è finito ingiustamente alla gogna. Basta scorrere i curriculum dei grandi nomi ai vertici di società a partecipazione pubblica (ma anche sfogliare la sempre attuale Navicella, Annuario del Parlamento della Repubblica Italiana) per capire che quando, parlando agli studenti dell'Istituto Tecnico professionale Manfredi-Tanari di Bologna, ha pronunciato la frase che oggi sta facendo il giro del mondo, diceva la pura e semplice verità: "Oggi il rapporto di fiducia è essenziale: si creano più opportunità a giocare a calcetto che a mandare in giro i curricula".
Anche questa volta il nome e il faccione di Poletti sono rimbalzati sulle cronache di giornali e televisioni e per ore è stato l'indiscusso protagonista di Facebook e Twitter, che l'hanno deriso e criticato. "Ne ha sparata un'altra delle sue", l'hanno apostrofato. "Dimissioni subito", è stato attaccato dai partiti all'opposizione.
Il curriculum più autorevole non serve senza le conoscenze giuste
E invece questa volta il tanto discusso e vituperato ministro ha detto soltanto la verità.. Oggi in Italia funziona così: puoi anche avere un curriculum eccezionale, parlare fluentemente inglese, tedesco e cinese, ma se non hai le conoscenze giuste il lavoro non lo trovi, anche se rispondi a cinquemila annunci al giorno.
Il vero problema, alla fine, non è quello che il ministro ha detto agli studenti. Semmai Poletti è oggi contestabile perché, in quanto ministro del Lavoro, non cerca di mettere a punto strategie per agevolare l'ingresso nel mondo del lavoro a chi ha titoli e competenza; e non elabori un "job act" per chi, con meno titoli e competenza, ha comunque un sacrosanto diritto costituzionale ad avere un lavoro.