Potranno beneficiare dell'Ape i lavoratori rimasti primi di un'occupazione a seguito di licenziamenti, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale a condizione che abbiano esaurito l'intera durata degli ammortizzatori sociali da almeno tre mesi e che siano in possesso di almeno 63 anni di età anagrafica accompagnati dal versamento di 30 anni di contributi.

Continuano i dibattiti fra Governo e sindacati

È quanto emerso dal confronto fra Governo e sindacati volto a discutere le novità introdotte nella Legge di Stabilità per dare attuazione alle misure previdenziali come Ape e Quota 41 che diventeranno operative a partire dal primo maggio 2017.

Ci sono molti punti ancora da chiarire oltre all'argomento relativo al perimetro di applicazione dell'Ape Sociale e della Quota 41 per i disoccupati che nel corso del dibattito è stato al centro dell'attenzione.

Ulteriore paletto per i parasubordinati e autonomi

Stando alla Legge 232/2016, infatti, potranno accedere al beneficio solo i lavoratori che hanno perso il lavoro a causa di licenziamento o dimissioni per giusta causa dopo che un'azienda con 15 o più dipendenti ha attivato la conciliazione obbligatoria. È questo l'argomento che hanno discusso le parti sociali a margine del confronto con l'esecutivo. Cosa che lascia intendere un'introduzione di un ulteriore paletto per i autonomi e parasubordinati che hanno concluso la proprià attività lavorativa per altre cause diverse dal licenziamento o dimissioni per giusta causa, per esempio, la scadenza di un contratto a termine.

E non è mancato l'intervento del segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso che in una nota ha spiegato: "Rimane ancora non risolto il problema dei disoccupati per scadenza di un contratto a termine".

Ancora una penalizzazione si aggiunge ai lavoratori rimasti privi di occupazione scaturito dalla necessità di aver esaurito gli ammortizzatori sociali da almeno tre mesi.

Per accedere al beneficio concesso dall'Ape e dalla Quota 41, infatti, tali disoccupati dovranno attendere un ulteriore periodo di tre mesi. Si tratta di alcune restrizioni sulle quali i sindacati continueranno a discutere al fine di garantire una copertura previdenziale ad una platea più ampia di lavoratori.