Le banche potrebbero avere l'ultima parola nell'iter di sottoscrizione del prestito pensionistico. Lo fanno sapere fonti vicine agli addetti ai lavori, sebbene risposte "ufficiali" a questo e ad altri interrogativi arriveranno solo dopo l'approvazione dei decreti attuativi. Al momento, la data prevista per la firma dei provvedimenti è ancora incerta, così come è incerto il periodo di entrata in vigore delle misure in riforma Pensioni. Il decorrere dell'Ape e della Quota 41 potrebbe infatti slittare a dopo il 1° maggio, giorno inizialmente indicato per lo start della riforma del sistema delle pensioni.

In definitiva, non sarà l'Inps a portare a termine il procedimento, bensì la banca a cui il (quasi) pensionato deciderà di rivolgersi. Dopo la verifica dei requisiti anagrafici e contributivi da parte dell'Istituto di previdenza, il cittadino sarà invitato a presentare richiesta formale a una delle banche convenzionate, libere di erogare o meno il prestito. Per fare un esempio, la domanda potrebbe essere bocciata nel caso in cui il pensionando abbia già finanziamenti aperti che, sommati all'Ape, superino il 30% della futura pensione.

Riforma Pensioni e precoci, che fine ha fatto Cesare Damiano?

Già volto noto nella campagna a sostegno dei lavoratori più svantaggiati, Cesare Damiano è uno degli assenti meno giustificati del periodo.

L'ex ministro sarebbe impegnato nel tour di Andrea Orlando per la corsa alla segreteria del PD, e non avrebbe tempo per rispondere a chi, sui social, continua a chiedere notizie circa i decreti attuativi. Per diverso tempo, Damiano è stato promotore di alcune delle misure principali dell'attuale riforma Pensioni, come la Quota 41 per i precoci e la cosiddetta Opzione Donna.

Nel frattempo, la Commissione Lavoro da lui presieduta è ancora occupata nel lavoro di deroga della riforma delle pensioni Fornero, che consentirebbe, una volta andata in porto, il pensionamento a 64 anni dei lavoratori del settore privato. Quel che impedisce il proseguimento dei lavori è la mancanza dei documenti necessari richiesti all'Inps e al Governo, che da mesi tardano ad arrivare.

La documentazione conterrebbe i dati relativi al numero dei cittadini coinvolti, indispensabile per lo stanziamento dei fondi. Per Damiano, il ritardo è "grave" e "imbarazzante", dal momento che impedisce al Parlamento di legiferare. In ogni caso, si resta fiduciosi che Inps e Governo forniscano al più presto gli strumenti necessari.

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