Dal Welfare dei Millennials, cioè dei nati dopo gli anni '80, non sono giunte buone notizie per i giovani e per il loro futuro previdenziale disciplinato dall'Inps. A confermare il tutto è stato lo stesso Tito Boeri, numero uno dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che nel corso del suo intervento ha categoricamente confermato che la pensione minima "non va nella loro direzione". Boeri si è soffermato molto su uno degli argomenti maggiormente dibattuti in questo momento tra Governo e sindacati: le Pensioni giovani. Secondo il presidente INPS la questione non viene affrontata nel modo più vantaggioso per i giovani.

"Chi paga?" si è chiesto Boeri ricordando prima la quattordicesima che "ha aumentato il fardello del debito sulle future generazioni" e poi l'ipotesi dei minimi pensionistici.

Anticipo pensionistico, INPS pronta: mancano i decreti attuativi

Il nuovo portale dell'INPS è pronto: più efficiente, più semplice, più diretto e più concreto rispetto a quelle che sono le esigenze degli utenti e, principalmente, dei pensionati e pensionandi. L'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha anche lanciato il nuovo simulatore ed ha preparato anche gli applicativi ma, fino a quando non verranno varati i decreti attuativi, non si potrà partire. Il Ministro Poletti ha confermato che è tutto pronto, lo ha ribadito al margine dell'ultimo incontro avuto con Cgil, Cisl e Uil lo scorso 6 aprile.

I decreti sarebbero in viaggio verso il Consiglio di Stato ma la stessa INPS ci va molto cauta: "In assenza di un Dpcm - ha ribadito Tito Boeri durante il convegno sui nati dopo l'80 - non possiamo operare. In particolare i decreti sull'APE dovrebbero arrivare a breve, come ci dicono, ma in assenza di una legge il nostro Istituto non potrà intervenire".

Poletti e sindacati preparano la 'fase 2'

Terminata la prima serie di incontri e confronti tra Governo ed organizzazioni sindacali, a Roma è tutto pronto per quella che il Ministro Poletti ha definito la 'fase 2' della riforma previdenziale: al centro della discussione dovrebbero finire in particolar modo i giovani e le loro pensioni.

Il tavolo in corso al Ministero del Lavoro però, secondo Boeri, "non sta parlando realmente di giovani". Quella in essere è già una corsa contro il tempo affinché il Governo crei tutti i presupposti che diano il via libera all'entrata in vigore dei nuovi strumenti previdenziali già a partire dal prossimo 1° maggio 2017. Che poi non sarebbe altro che un semplice rispetto dei tempi fissati anche dalla Legge di Bilancio 2017.

Pensioni giovani, la situazione attuale descritta dall'INPS

I dati sui giovani sono "impietosi": questo l'aggettivo utilizzato da Tito Boeri nel corso del convegno. I nati dopo gli anni '80 rappresentano la generazione maggiormente danneggiata: navigano tra mancanza di lavoro, precarietà e come se non bastasse incertezza previdenziale.

La disoccupazione giovanile è aumentata del 50% negli ultimi 7 anni e contestualmente si registra una diminuzione del 20% relativamente ai salari in ingresso. Secondo Tito Boeri, se non mutano gli scenari, i nati degli anni '80 dovranno lavorare fino ad oltre i 70 anni per percepire una pensione. Basti pensare che in Italia si registra più di un milione di disoccupati con meno di 35 anni, di questi oltre 600 mila non lavorano da oltre un anno. La proposta di Boeri si concentra quindi sulla decontribuzione intesa come uno strumento efficace per ridurre la disoccupazione. In pratica attraverso la fiscalizzazione dei contributi sociali per i giovani potrebbero essere gli attuali pensionati, cioè quelli che maggiormente hanno beneficiato di pensioni vantaggiose, a favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

In che modo si possono procurare risorse? La risposta la fornisce sempre Boeri: "Tramite interventi su pensioni che superano i 5.000 euro ma anche ricalcolando i vitalizi attraverso il sistema contributivo".