Arriva un nuovo richiamo dai sindacati in merito alla situazione previdenziale italiana ed agli inevitabili riverberi per le nuove generazioni. "Per creare lavoro per i giovani bisogna abbassare l'età pensionabile". Lo dichiara il Segretario Nazionale Fiom Maurizio Landini, durante un intervento tenutosi presso uno stabilimento di Finmeccanica in provincia di Taranto. Secondo il sindacalista, è necessario guardare al futuro intervenendo anche sull'orario di lavoro, per aumentare i posti disponibili. "Per questo motivo, non abbiamo condiviso le politiche sul lavoro come il Jobs Act".
In merito invece alle regole di pensionamento con cui si trovano a confrontarsi i giovani, Landini etichetta l'attuale sistema contributivo puro come "una cavolata, perché alla fine della carriera ti ritrovi con una pensione pubblica che non ti permette di vivere". Una prospettiva che il sindacalista evidenzia come "inaccettabile", anche perché l'Italia è tra i Paesi con l'età di uscita dal lavoro più alta.
Pensioni, il 63% delle erogazioni al di sotto delle 750 euro
Se le prospettive previdenziali di chi lavora sono rappresentate da molti in chiaroscuro, non va necessariamente meglio per chi in quiescenza c'è già. L'Inps ha infatti diramato recentemente i nuovi dati macro sulle pensioni, evidenziando un calo progressivo dei trattamenti erogati del 2,7% nell'ultimo quinquennio.
Ma l'elemento più preoccupante è quello che lo stesso Presidente Tito Boeri ha spiegato come "una forte concentrazione" dei redditi sotto alla soglia di 750 euro "nelle classi basse" degli importi. Gli assegni di tale entità sono infatti stimati al 63,1%. Un dato che però non deve essere necessariamente considerato per tutte le situazioni come una misura di povertà, visto che molti percettori possono sommare diversi assegni o altre forme di reddito.
Complessivamente, le Pensioni erogate sono più di 18 milioni, ma circa 4 milioni di queste sono di natura assistenziale e non hanno pertanto una vera copertura contributiva alle proprie spalle.
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