Dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati arrivano richieste al Governo per la questione previdenziale. Ieri, giovedì 11 maggio, in Commissione è stato dato parere favorevole alla manovra bis, la finanziaria correttiva che la UE ha imposto al Governo. Come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere e, in effetti, la manovra bis fornisce un assist per quanti chiedono correttivi alle misure previdenziali di cui tanto si parla ultimamente, cioè Quota 41 ed Ape. Ecco le richieste che provengono proprio dall’interno della Commissione Lavoro, in particolare dal Presidente Cesare Damiano.

L’ultima occasione?

Le misure tanto attese e per le quali a giorni dovrebbero finire in Gazzetta Ufficiale i decreti attuativi, sono nate dall’ultima manovra di bilancio, ma la loro entrata in funzione è in ritardo. Il pacchetto previdenziale inserito in legge di bilancio aveva subito un brusco arresto in sede di discussione parlamentare lo scorso novembre, per via della crisi di governo seguita alla consultazione referendaria sulla riforma della Costituzione. Le dimissioni di Matteo Renzi da Presidente del Consiglio portarono il Senato ad approvare il testo bloccato della manovra finanziaria, compreso il pacchetto Pensioni. In pratica, alla lavorazione delle misure pensionistiche mancarono gli emendamenti che, in Senato, avrebbero potuto correggere alcuni punti critici delle misure.

Ecco perché l’occasione della manovra correttiva di questi giorni può essere l'ultima occasione per sistemare alcuni nodi.

Cosa chiede Damiano

Per il presidente Damiano, i punti critici di Ape e quota 41 sono i soliti. Innanzitutto, va data la possibilità, oggi negata, ai lavoratori che hanno perduto il posto di lavoro e che non hanno avuto i requisiti per percepire la Naspi, di rientrare comunque in Ape sociale o quota 41.

Va sostanzialmente eliminato il paletto dei tre mesi di assenza di reddito da ammortizzatori sociali, un vincolo che penalizza i lavoratori agricoli che percepiscono la disoccupazione l’anno successivo alla perdita del lavoro. Damiano ribadisce la soddisfazione nel fatto che lavoratori impiegati in attività logoranti, come gli edili o le maestre di asilo, siano rientrate nelle due misure di anticipo pensionistico.

Per questi però, Damiano chiede che i contributi necessari per l’accesso scendano da 36 a 30 per quanto riguarda l’Ape sociale. Infine, sempre per i lavori gravosi, Damiano sposa la proposta dei sindacati di allungare di ulteriori 12 mesi il lasso di tempo dove centrare i 6 anni di continuità lavorativa richiesti. Si passerebbe così da 7 ad 8 anni come periodo di osservazione per completare i 6 anni di assunzione richiesti.

La Deroga Fornero

Non potrà in nessun modo entrare nei correttivi alle nuove misure, ma c’è un altro punto che sta a cuore alla Commissione Lavoro, cioè il salvacondotto. Si tratta della famosa Deroga Fornero, che consente a soggetti che prima del 2013 avevano raggiunto quota 96 di lasciare il lavoro a 64 anni.

Il braccio destro di Damiano, l’onorevole Gnecchi, è la prima firmataria di una proposta che chiede correttivi anche al salvacondotto. In questi giorni si dovrebbe completare l’iter parlamentare del DDL 4196 promosso proprio dalla Gnecchi, che propone, in primo luogo, di cancellare l’aspettativa di vita sulla misura. In pratica, vanno tolti i 7 mesi aggiuntivi che entrerebbero in scena quest’anno e che porterebbero i possibili aventi diritto allo scivolo Fornero a dover raggiungere 64 anni e 7 mesi di età. Inoltre, si chiede di lasciare meno spazio all’interpretazione dell’Inps in sede di applicazione della deroga. L’Inps ha fatto marcia indietro sul cavillo della continuità lavorativa al 28 dicembre 2011, che non consentiva la pensione a 64 anni a coloro che, pur centrando i requisiti anagrafici e contributivi, non risultavano assunti a quella data.

Si è superato quel vincolo, ma l’Istituto con una circolare ha sottolineato come per raggiungere i 35 anni di contributi necessari (20 per le donne), siano utili solo i contributi effettivi e non i figurativi. Il DDL spinge affinché anche per la Deroga Fornero, come accade per le pensioni anticipate o di vecchiaia, valgano tutti i contributi a qualsiasi titolo versati.