Ormai ha raggiunto i livelli di una soap-opera, la vicenda di ape e Quota 41 e dei decreti attuativi per il via libera alle domande. Le due vie per lasciare il lavoro prima dei pesanti requisiti richiesti oggi e che arrivano dall’ultima riforma della Fornero, non sono ancora partite. Decreti che dovevano arrivare a febbraio e misure che dovevano partire il 1° maggio, ma ancora oggi, si brancola nel buio. Un decreto già firmato dal Presidente del Consiglio Gentiloni è quello dell’Ape social, che è al vaglio della Corte dei Conti. Per quanto riguarda l’Ape volontario invece siamo ancora allo stato di bozza di decreto, per probabili problemi di convenzioni con banche ed assicurazione.
Per quota 41 per i precoci, nulla trapela ancora. In pratica, tutto in alto mare anche se le dichiarazioni del Ministro Poletti, scongiurano pericoli di decorrenza posticipata se è vero che la data di partenza resterà il 1° maggio con effetto retroattivo per chi a quella data aveva i requisiti centrati per le uscite. Per tranquillizzare ed informare i cittadini, alcuni partonati hanno avviato una iniziativa che cercherà di fugare qualche perplessità che gioco forza, in un clima di incertezze, balena nei possibili fruitori delle due misure.
Ape Day
I patronati Acli hanno indetto una giornata dedicata all’informazione sull’anticipo pensionistico. Domani, venerdì 19 maggio, le porte delle sedi territoriali dei patronati si apriranno ai cittadini che volessero avere informazioni più sicure sull’Ape.
Presentando l’iniziativa, i rappresentanti delle Acli hanno dichiarato di aver richiesto al Governo di velocizzare i tempi, anche alla luce del fatto che le istanze saranno in due fasi. La prima richiesta da presentare all’Inps, appena sarà possibile, resta quella di certificazione del diritto. Ipotizzando una massiccia adesione, le risposte dell’istituto potrebbero avere tempi molto lunghi e questo, secondo il patronato, potrebbe essere un problema sottovalutato dal Governo.
Le domande poi scadranno il 30 giungo anche se appare doveroso dare luogo al rinvio ipotizzato da più parti, quanto meno al 15 luglio, se non proprio al 31 luglio, in modo tale da detonare il problema del ritardo dei decreti.
Il punto sulle due versioni di Ape
L’Ape sociale sembra quello più vicino al giorno di partenza, anche perché è la versione senza prestito bancario e che si rivolge a persone disagiate.
Infatti, la misura copre disoccupati che da tre mesi sono senza ammortizzatori sociali, invalidi al 74% di disabilità minima o con disabili dello stesso tipo a carico. Infine, la misura è rivolta a soggetti alle prese con lavori gravosi e pesanti. I contributi necessari insieme ai 63 anni di età minima, sono 30 per disoccupati ed invalidi e 36 per i lavori logoranti. L’Ape volontaria invece, ferma l’età minima di 63 anni, si centra con almeno 20 di contributi. In questo caso però la pensione altro non è che un prestito bancario, con interessi e spese assicurative che andrà restituito una volta compiuti i 66 anni e 7 mesi per la vera pensione di vecchiaia spettante. Dalle Acli fanno sapere che i tassi di interesse che si ipotizzano sembrano buoni e che non reputano la misura a rischio flop come da più parti palesato.
Infatti, in situazioni limite, l’Ape volontario potrebbe essere una panacea ed una soluzione di chi non ha alternative. Un reddito ponte per accompagnare i cittadini alla loro vera pensione, anche se poi va accettata la decurtazione di assegni derivante dalla rata di prestito da restituire. L’iniziativa delle Acli non si ferma alla sola giornata di informazione di venerdì, perché sul sito ufficiale del patronato (patronato.acli.it), viene messo a disposizione un simulatore, cioè un test che chiunque può utilizzare per valutare se abbia o meno diritto all’Ape o a quota 41.