Lo schema di riferimento per le opzioni di flessibilità della c.d. fase 2 resta ancora in fase di definizione: chi sperava in novità dall'ultimo incontro tenutosi nella settimana tra Governo e sindacati dovrà infatti attendere il prossimo appuntamento, fissato per il 10 maggio 2017. Purtroppo dal precedente tavolo non è ancora emerso un accordo su come implementare le misure di tutela sulla pensione di garanzia per chi è iscritto al contributivo puro. Ma importanti aggiornamenti sono attesi anche per la differenziazione dell'aspettativa di vita sulla base della gravosità della mansione, così come per il riconoscimento del lavoro di cura in favore delle donne, per il rilancio del secondo pilastro previdenziale e per la rivalutazione delle Pensioni in essere.

Tutti nodi che andranno sciolti comunque nei prossimi mesi, perlomeno a livello di impostazione generale, visto che le misure andranno inserite all'interno della nuova legge di bilancio 2018.

Pensioni anticipate, APE e quota 41: attesa per i decreti

Nel frattempo proseguono da più parti le pressioni per velocizzare l'arrivo dei decreti attuativi riguardanti l'APE e la quota 41 dei lavoratori precoci. D'altra parte, il punto resta strettamente connesso con la Fase 2 della riforma appena enunciata, visto che i sindacati legano l'apertura della discussione sui provvedimenti alla chiusura della Fase 1. Un processo che doveva definirsi a partire dello scorso marzo con l'arrivo dei DPCM contenenti le istruzioni operative, mentre la data di apertura per le domande era fissata al primo maggio.

Purtroppo al momento non è possibile nemmeno definire la platea precisa dei potenziali fruitori dell'anticipo pensionistico, della Q41 per i precoci e delle altre opzioni previste in LdB 2017 (come la rendita integrativa anticipata temporanea - RITA - dei fondi pensione), stante che solo la pubblicazione dei provvedimenti in Gazzetta Ufficiale permetterà di mettere la parola fine sulla questione.

Previdenza e dati Inps: tre donne su quattro hanno assegni sotto le 500 euro

Non va molto meglio se si prendono in esame le notizie riguardanti coloro che hanno già ottenuto l'agognato pensionamento. Gli ultimi dati Inps confermano infatti importanti disparità di genere, con gli assegni delle donne che risultano al di sotto della soglia delle 500 euro in 3 casi su 4.

A dare risalto alla vicenda è stata l'Associazione Nazionale Pensionati assieme all'Associazione Donne in Campo.

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