Continuano ancora i dibattiti sulla riforma delle Pensioni, nonostante il primo passo compiuto dal Governo nell'approvare i decreti attuativi sull'Ape e sul meccanismo di Quota 41 per i lavoratori precoci. Difatti, le nuove misure previdenziali non risolverebbero i problemi relativi al pensionamento, visto che a beneficiare degli interventi contenuti nella Legge di Stabilità saranno le categorie più economicamente svantaggiate.
E' questo il motivo che spinge il leader della Lega Nord Matteo Salvini a rilanciare l'ipotesi di introduzione della quota 100 al fine di ristabilire una flessibilità in uscita dall'attività lavorativa.
Stando a quanto affermato dallo stesso Salvini, infatti, la Legge Fornero andrebbe abolita definitivamente, visto che le norme previdenziali contenute nel Decreto Salva Italia del Governo Monti prevedono l'uscita dopo il raggiungimento di 67 anni di età anagrafica. Una vera e propria penalizzazione per quei lavoratori italiani costretti a restare al lavoro nonostante abbiano alle spalle una lunga carriera contributiva e abbiano raggiunto il massimo dell'età.
Salvini rilancia la Quota 100
Con il meccanismo di Quota 100 proposto dal leader del Carroccio, infatti, molti lavoratori avrebbero la possibilità di lasciare anticipatamente il lavoro dopo aver maturato almeno 60 anni di età anagrafica e 40 anni di contributi.
Una proposta che abbasserebbe il limite dei contributi versati, ma necessiterebbe il perfezionamento di più anni di età anagrafica. Per i lavoratori precoci, invece, ci sarebbe l'ipotesi della Quota 40 che richiederebbe il versamento di almeno 40 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica.
Cazzola in difesa della Riforma Fornero
Le due proposte sono volte all'abolizione definitiva della vecchia Riforma Fornero, anche se occorrerebbe analizzare i costi che potrebbero comportare. E non tardano ad arrivare le critiche dell'economista Giuliano Cazzola intervenuto in difesa della precedente legge pensionistica accusando Matteo Salvini di imbrogliare gli italiani.
Stando alle dichiarazioni dello stesso Cazzola, infatti, le recenti stime dell'Inps certificano che nel 2016 migliaia di lavoratori sono andati in pensione con una media di 60,5 anni di età anagrafica. Ma la risposta del leader della Lega Nord non tarda ad arrivare: Salvini, infatti, avrebbe ribadito che 40 anni di contributi versati sono più che sufficienti per andare in quiescenza.