Dopo la riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Madia, emerge la necessità di avviare la contrattazione per il rinnovo dei contratti statali 2017. Tuttavia i nodi da sciogliere prima di arrivare agli aumenti degli stipendi di 85 euro promessi dal Governo (prima da Renzi con l'accordo del 30 novembre 2016, poi dall'attuale Esecutivo Gentiloni) sono molteplici. Innanzitutto occorrerà trovare le risorse necessarie per garantire gli incrementi in busta paga decretati. Per il 2018, infatti, serviranno circa cinque miliardi di euro per gli aumenti nelle buste paga degli statali: la misura dovrà essere finanziata con la prossima legge di Bilancio, ma se ne parlerà nel prossimo autunno.
Nel frattempo, il ministro Madia dovrebbe predisporre il documento di indirizzo con le nuove misure della riforma della Pubblica amministrazione necessario affinché l'Aran porti avanti la trattativa sindacale.
Novità riforma Pa e contratti statali 2017: quali aumenti degli stipendi?
Dando per scontato che il rinnovo dei contratti statali 2017 produrrà aumenti degli stipendi di 85 euro secondo quanto previsto dalla riforma della Pubblica amministrazione, il secondo problema attiene alla compatibilità degli incrementi con il bonus di 80 euro voluto da Renzi. Infatti, secondo le cifre de Il Sole 24 Ore, circa 200 mila statali si trovano nella fascia di stipendi dai 24 ai 26 mila euro. Un possibile aumento degli stipendi, con superamento dei limiti della misura Irpef, farebbe perdere, in tutto o in parte, il bonus di Renzi.
Occorrerà, pertanto, che il Governo Gentiloni trovi un meccanismo fiscale che depotenzi la conflittualità tra le due misure di reddito. Le ipotesi, secondo quanto scrive Il Messaggero, sono due: la prima prevede la trasformazione del beneficio in detrazioni fiscali, in modo da ammorbidire la progressività. La seconda andrebbe incontro agli statali sterilizzando gli 80 euro rispetto ai prelievi Irpef.
Ultimissime contratti statali 2017 e riforma Pa: bonus, premi, arretrati e rimborsi
Infine ci sono da risolvere ancora altre due questioni relative al rinnovo dei contratti degli statali 2017 riguardanti i bonus che sono legati al salario accessorio e che necessitano di trovare i giusti parametri di assegnazione per il merito.
Da questo punto di vista dovrebbero essere abbandonati i criteri della riforma Brunetta e intrapresi quelli legati proprio al nuovo testo di riforma della Pubblica amministrazione della Madia. Ovvero si punterebbe a privilegiare gli statali meno assenteisti e con più alto tasso di produttività, decretato dalle pagelle e dai giudizi di chi usufruisca dei servizi della Pubblica amministrazione. Inoltre, è da considerare il tempo trascorso dall'ultimo rinnovo dei contratti statali: dal 2009 ad oggi, infatti, è dovuta intervenire la Corte costituzionale con la sentenza di circa due anni fa decretando la necessità di riavviare le negoziazioni per i rinnovo contrattuali. Si aprirà, pertanto, un nuovo nodo nel quale i sindacati hanno iniziato a predisporre i ricorsi per i mancati aumenti (si parla di un rimborso con decorrenza, per lo meno, dalla pubblicazione della sentenza della Consulta) e per il mancato accredito dell'indennità di vacanza contrattuale.