I voucher Lavoro sono stati al centro del dibattito politico ed economico fin dallo loro entrata in vigore e anche adesso che sono stati aboliti la discussione e le polemiche che li riguardano non sembrano essere destinati a placarsi. Da quando Governo e parti sociali si sono espressi sulla soppressione dei buoni lavoro quello che molti continuano a chiedersi è da quale strumento verranno sostituiti adesso i voucher?
Voucher, dopo l'abolizione il governo prova a fare chiarezza
Le modifiche dovrebbero arrivare nei prossimi giorni e, attraverso un apposito emendamento del Governo, mirano a mettere le cose in chiaro per famiglie e imprese (oggi nel caos più totale).
Nello specifico, per le famiglie che spesso si ritrovano a retribuire il lavoro di colf, badanti e baby sitter non assunte come dipendenti fisse, il governo ha pensato ad una soluzione, ovvero il "libretto familiare". Si tratta di una vera e propria carta ricaricabile alla quale sarà possibile ricorrere per il pagamento di questi lavoratori. Sia che si tratti di una prestazione lavorativa circoscritta ad un solo giorno a settimana o di un lavoro svolto occasionalmente - per esempio nei week end quando il personale di servizio è a riposo - la nuova misura diventerebbe accessibile alle famiglie attraverso procedura telematica. Un processo che, a differenza dei vecchi voucher, sarebbe rracciabile dal fisco fin dal primo momento.
Carta ricaricabile, un contratto in forma semplificata
Bisogna inoltre aggiungere che prima le famiglie potevano acquistare i voucher e decidere - anche successivamente - chi pagare con quel meccanismo, mentre con la nuova carta ricaricabile bisognerà indicare subito le credenziali del lavoratore. Per questo motivo è opportuno affermare che il libretto familiare, così come pensato, di fatto si avvicina di più ad un vero e proprio contratto in forma semplificata che ad un buono lavoro.
Dopo i voucher per le aziende "contratto leggero"
Diversa invece è la situazione per le imprese che, ad oggi, sono in attesa delle nuove direttive del governo. L'esecutivo sembra essere orientato in questo caso su un tipo di contratto "leggero" che molto si avvicina a quello del cosiddetto lavoro a chiamata. Tutte le imprese - non solo quelle con meno di dieci dipendenti come si era detto - dovranno perfezionare il rapporto rapporto lavorativo attraverso procedura telematica anche questa volta e, come per il libretto familiare, il nome del lavoratore dovrà essere indicato fin dal primo momento.
La differenza sostanziale che distingue famiglie e imprese consiste nell'impossibilità delle prime di chiamare a lavorare la stessa persona per più di 400 giorni nell'arco di tre anni (in caso contrario scatterebbe automaticamente l'assunzione del soggetto con un contratto a tutele crescenti).