Le domande per l’inserimento nelle graduatorie di istituto sono scadute lo scorso 24 giugno. Ora agli aspiranti docenti non resta che aspettare che i modelli vengano inoltrati al Sidi e che vengano calcolati correttamente i punteggi. Dal 1 luglio tutti i candidati all’immissione nelle graduatorie potranno scegliere le venti scuole in cui aspirano a lavorare nei prossimi tre anni. In questi giorni sono diversi i dubbi che attanagliano gli aspiranti docenti. In primis sulla provincia ormai scelta, e non modificabile, che rimarrà necessariamente la stessa per tre anni.
Da diverse notizie ricavate dal web, sembra chiaro che le domande sono pervenute al Nord molto più che al Sud. Questo non vuole dire però che si avrà più possibilità di lavorare al Sud in quanto bisogna tenere in considerazione due fattori essenziali. In primis le domande di mobilità dei docenti nelle varie regioni, che risultano essere molte di più al Nord che al Sud. Per intenderci molti più docenti residenti al Nord hanno chiesto il trasferimento, rispetto a quelli che hanno invece deciso di restare al Sud. Il secondo fattore da non sottovalutare è quello inerente ai pensionamenti. Molti docenti andranno in pensione soprattutto nelle regioni del Nord e dunque ci saranno più posti a disposizione per quelli in seconda fascia e successivamente in terza.
Ecco i fattori da valutare per un buon inserimento in terza fascia
Ma la scelta della provincia non è l’unico dilemma per gli aspiranti docenti. Infatti in molti, soprattutto i candidati di nuova inclusione, si domandano se i loro punti siano sufficienti per riuscire a lavorare dignitosamente. Per rispondere ipoteticamente a questa domanda bisogna sottolineare che la situazione varia non solo a seconda delle province e delle singole città, ma anche in base alle classi di concorso.
Possiamo dire che in linea di massima nelle regioni del Sud sarà più difficile lavorare con pochi punti (0- 40/50). In province del centro o del Nord, invece, con questi punti si hanno ottime possibilità di lavorare, anche se la certezza matematica con la terza fascia difficilmente si può ottenere. Andando a consultare le graduatorie di terza fascia del triennio precedente (2014/2017) possiamo facilmente intuire che ad esempio nella provincia di Cesena – Forlì era semplice lavorare anche con punteggi minimi di pari a 20/30.
La situazione è ben diverse nella città del Sud come Napoli, Bari, Palermo in cui si necessitava di molti più punti per ottenere un incarico annuale. Ma, con le nuove graduatorie, tutto potrebbe cambiare.