Il concorso per 800 assistenti giudiziari passerà alla storia per molte ragioni. Innanzitutto per il numero degli iscritti, ben 320.000 gli aspiranti assistenti giudiziari che hanno effettuato l'iscrizione al concorso seppur se ne siano presentati meno della metà.Inoltre, è uno dei primi concorsi con un numero così alto di iscritti ad essere effettuato tramite modalità informatiche; ogni candidato, infatti, aveva un pc a propria disposizione sul quale, nel tempo di 45 minuti, avrebbe dovuto rispondere a 50 domande di diritto amministrativo e diritto pubblico.Questa modalità non è stata esente da pecche in quanto molti pc non erano funzionanti, alcune domande erano "tronche" e, per questo motivo, nei giorni scorsi il Ministero della Giustizia aveva riconvocato, con polemiche infinite, coloro che avevano avuto sul proprio dispositivo domande incomplete o inesatte.

Altro motivo di polemica era stata la calendarizzazione delle prove (dal 9 al 24 maggio) in ordine strettamente alfabetico senza alcun sorteggio il che ha, inevitabilmente, avvantaggiato i candidati degli ultimi giorni che hanno potuto, senza troppa fatica, imparare le 5.000 domande della banca dati messa a disposizione dal Minsitero della Giustizia a discapito di coloro che, per colpa del loro cognome, hanno effettuato la prova nei primi giorni.

Già per queste motivazioni erano molteplici i candidati intenzionati a fare ricorso, a torto o ragione, con molti avvocati amministrativisti pronti ad accogliere presso i loro studi legali (anche virtuali) i moltissimi ricorrenti. Ma, incredibilmente, a far sospendere momentaneamente il concorso è stato il Giudice del Lavoro del Tribunale di Firenze, Stefania Carlucci.

E' accaduto che una giovane albanese, laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze, con regolare permesso di soggiorno, ha fatto ricorso presso il Giudice del Lavoro di Firenze eccependo la parte del bando del concorso per assistenti giudiziari in cui è prevista, tra i requisiti di ammissione, la cittadinanza italiana.

La giovane laureata ha proposto tale ricorso con il supporto di una onlus "L'altro diritto" composta da molti celebri giuristi delle università italiane.

Il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso motivando tale decisione affermando i principi comunitari in base ai quali l'accesso in via esclusiva di cittadini dei singoli Stati membri alla pubblica amministrazione è limitato ai concorsi per mansioni che implichino "l'esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri" o che attengano "alla tutela dell'interesse nazionale.

La Dott.ssa Carlucci, dunque, ha ritenuto che il ruolo di assistente giudiziario, figura diversa e gerarchicamente inferiore a quella del cancelliere, non rientri nei due ambiti nei quali è possibile effettuare la "discriminazione" in base alla nazionalità.

La sentenza ha intimato al Ministero della Giustizia di ammettere al concorso sia la ricorrente sia gli altri cittadini non italiani in possesso dei requisiti validi ai fini del bando ordinandone la sospensione «sino alla conclusione del giudizio di merito in modo da permettere ai cittadini comunitari e agli stranieri rientranti in una delle categorie previste dall’articolo 38 del decreto legislativo 165/2001 di essere rimessi in termini per la presentazione della domanda e partecipare con riserva al concorso».