La ripresa delle trattativa all'Aran per il rinnovo dei contratti statali 2017, dopo la riforma della Pubblica Amministrazione di Mariana Madia, pone importanti questioni in merito agli aumenti degli stipendi dei dipendenti del pubblico impiego. Secondo quanto affermato dalla Madia si arriverà a ottobre prossimo con le trattative: nel frattempo, scrive oggi Il Sole 24 Ore, potrebbe essere modificato il meccanismo del rinnovo dei contratti statali riportato nell'accordo con i sindacati di fine novembre dell'anno scorso in modo che i lavoratori del pubblico impiego non vedano annullare il bonus di 80 euro di Renzi (per chi percepisca redditi annuali tra i 24 e i 26 mila euro, circa duecentomila dipendenti) dagli aumenti stessi delle buste paga.

Novità riforma Pubblica amministrazione 2017 e contratti statali: bonus Renzi e aumenti stipendi

Due sono, principalmente, le ipotesi al vaglio del Governo per scongiurare il rischio di perdita del bonus di 80 euro di Renzi: da un lato, come contenuto nell'Atto di indirizzo che la stessa Madia invierà all'Aran e sul quale si muoveranno le negoziazioni, si dovrebbe procedere ad una sorta di compensazione tra le cifre che saranno stanziate dalla Legge di Bilancio 2018 per gli aumenti degli stipendi a favore di chi rientri nella fascia di reddito a rischio; dall'altra, invece, occorrerebbe reperire ulteriori 500 milioni di euro per finanziare la perdita stessa. Ipotesi quest'ultima molto meno praticabile, dato che il Governo dovrà già assicurare ulteriori 1,2 miliardi di euro per arrivare a coprire tutti gli aumenti di 85 euro annuali.

E, difatti, oltre alla questione del bonus di Renzi, c'è anche l'ipotesi che gli aumenti degli stipendi legati al rinnovo dei contratti statali, siano differenziati. Su quest'ultimo punto, spiega Il Sole 24 Ore, il ministro della Funzione Pubblica, Madia e i sindacati, sono molto distanti.

Riforma Pa 2017 e contratti statali: armonizzazione aumenti stipendi

Per adesso, infatti, i sindacati vorrebbero che, con il rinnovo dei contratti statali, l'aumento di 85 euro lordi al mese, siglato con l'accordo del 30 novembre 2016, sia garantito a tutti i dipendenti del pubblico impiego. Dell'avviso opposto è l'Aran secondo il quale andrebbero collegate quote crescenti di stanziamenti governativi e di salari accessori ai risultati.

Ciò equivarrebbe a dire che gli aumenti degli stipendi non sarebbero per tutti e nella stessa misura, ma differenziati in base alla produttività e calcolati con parametri tuttora ancora da stabilire. Quest'ultima ipotesi troverebbe conferma nell'espressione "medi" apposta agli aumenti di 85 euro. Del resto, la stessa Madia ha da sempre anticipato che gli aumenti degli stipendi legati ai rinnovi dei contratti statali dei quatto nuovi comparti avrebbero dovuto procedere ad una armonizzazione degli stipendi del pubblico impiego.