La nuova proposta del Governo, resa pubblica a poca distanza dal secondo incontro sulla fase 2 della riforma Pensioni presso la sede del Ministero del Lavoro, non sembra riscuotere interesse da parte delle lavoratrici del gruppo "Opzione Donna Proroga al 2018". Come ha fatto sapere una delle due amministratrici del gruppo, la signora Vania Barboni, non interessano proposte che riguardano i lavori di cura. Ciò per cui le lavoratrici continueranno a lottare nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, sarà esclusivamente la proroga di Opzione Donna al prossimo anno, il regime sperimentale introdotto alcuni anni fa dalla Legge Maroni (articolo 1, comma 9 della legge 243/04).
Proroga Opzione Donna: la risposta chiara delle lavoratrici
Di fronte alla proposta avanzata dal segretario nazionale della Uil, Carmelo Barbagallo, sull'introduzione della contribuzione figurativa per aiutare giovani e donne che si trovano a dover far fronte ad una carriera lavorativa discontinua, la replica di Vania Barboni è stata netta. Queste le sue parole: "Continueremo a fare pressing sulla proroga di Opzione Donna al 2018, i lavori di cura non ci interessano". La risposta della signora Barboni ha avuto il sostegno di numerose altre lavoratrici, a testimonianza di come il suo pensiero sia largamente condiviso dalle stesse appartenenti al gruppo, il quale si batte da mesi ormai per ottenere quantomeno un'ulteriore proroga del regime sperimentale, sebbene l'obiettivo sia quello di rendere strutturale la misura, come anche ha chiesto Walter Rizzetto un paio di settimane fa.
Riforma pensioni, l'idea del Governo sull'Ape social
Un'agenzia Ansa nel tardo pomeriggio di ieri ha chiarito quella che sarebbe la proposta messa sul tavolo durante l'incontro con i sindacati avvenuto ieri nella sede del Ministero del Lavoro. Secondo quanto riporta l'autorevole testata giornalistica, l'esecutivo del premier Paolo Gentiloni starebbe studiando il modo di concedere, nell'Ape social, uno sconto contributivo per le sole donne basato sui periodi di cura, maternità e assistenza.
Ad oggi, si ricorda, il tetto contributivo è fissato a 30 anni (36 per chi svolge attività lavorative gravose). L'obiettivo da parte del Governo sarebbe quello di ridurre la disparità di genere sul fronte previdenziale evidenziata nel corso di una relazione presentata nei giorni scorsi da Maria Luisa Gnecchi (Pd), alla presenza del presidente e vice presidente della Commissione Lavoro alla Camera, nell'ordine Cesare Damiano e l'onorevole Walter Rizzetto (FdI).
Qual è il vostro giudizio su questa proposta? Nell'eventualità venisse approvata, pensate che vi porterà qualche beneficio? Fatecelo sapere lasciando un commento.
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