Quella di oggi, giovedì 13 luglio, si presenta come una giornata che potrebbe presentare delle novità importanti sul fronte Pensioni, in particolare per Opzione Donna e Quota 41, con i sindacati che si riuniranno insieme per delineare una linea comune in vista dei prossimi incontri con il governo per la fase 2 della riforma previdenziale. Come riportato dal sito rassegna.it, questa mattina, alle ore 9.30, le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil saranno a Roma, presso l'Hotel Quirinale, in via Nazionale 7. C'è grande attesa da parte delle lavoratrici da una parte e dei lavoratori precoci dall'altra, per conoscere quello che sarà il "piano d'attacco" dei sindacati per i nuovi tavoli di confronto con l'esecutivo.

Proroga OD: la richiesta delle lavoratrici è una sola

Sul fronte Opzione Donna, ciò che chiedono le appartenenti al gruppo "Opzione Donna Proroga al 2018" è appunto la proroga del regime sperimentale al prossimo anno e contemporaneamente la possibilità che tale misura diventi strutturale anche per gli anni futuri. In questo senso si sono spese le due amministratrici del gruppo, Vania Barboni e Giulia Molinaro. All'interno del gruppo si ha la consapevolezza che quella odierna sia una giornata importante, dove alle parole dovranno seguire i fatti. Le ipotesi di un Ape donna social, proposta ventilata nelle ultime ore che andrebbe a sostituire di fatto l'OD, non piacciono e non vengono prese in considerazione dalle lavoratrici, le quali sono unite nel chiedere esclusivamente la proroga di Opzione Donna al 2018.

Riguardo a ciò, non vanno dimenticate le parole del segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, il quale alla vigilia del secondo incontro con il governo si era espresso favorevole ad un intervento relativo alle donne in base al lavoro di cura. Esattamente ciò che le lavoratrici del gruppo "Opzione Donna Proroga al 2018" non vorrebbero.

Quota 41 per i precoci: quale strada prenderanno i sindacati?

Un altro punto interrogativo riguarda i lavoratori precoci, che da mesi/anni chiedono quota 41 per tutti, senza se e senza ma, frase che è diventata anche lo slogan di diversi gruppi nati sui social nell'ultimo periodo. Nella piattaforma unitaria dello scorso anno, quella su cui si discuterà nuovamente questa mattina a Roma presso l'Hotel Quirinale alla presenza dei sindacati riuniti, la misura che di fatto permetterebbe a tutti i lavoratori di andare in pensione dopo 41 anni di contributi era presente.

Nella fase 1, come tutti sanno, si è arrivati ad un accordo parziale, con una quota 41 limitata alle sole categorie che risultano idonee all'Ape social. Nonostante ciò, il numero di domande pervenute fino alla settimana scorsa sono la diretta testimonianza di quanto la quota 41 fosse una "necessità" per migliaia di lavoratori. Un'altra fetta, ancora più grande, attende quel passo in avanti che restituirebbe loro quella fiducia che ormai va svanendo nei confronti delle istituzioni.

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