L'adeguamento all'aspettativa di vita (AdV) ed il possibile allontanamento dell'età di uscita dal lavoro continuano a tenere banco nel dibattito pubblico estivo. Dopo la recente presa di posizione del Presidente Inps Tito Boeri, si sono infatti susseguite numerose dichiarazioni da parte dei Presidenti delle Commissioni lavoro di Camera e Senato, che hanno deciso di elevare congiuntamente il pressing sulla modifica del prossimo scalino previsto per l'inizio del 2019.
Pensioni flessibili: affrontare il tema dell'AdV
Sulla questione l'On. Cesare Damiano è tornato ancora una volta ad esprimersi nelle scorse ore.
"Il tema dell’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019 deve essere affrontato", ha ricordato il Presidente della Commissione lavoro alla Camera. Secondo il parlamentare, si tratta di una "decisione che andrà rivista, anche alla luce dell’inaspettato calo della speranza di vita, per uomini e donne, registrata dall’ISTAT nel corso del 2015". Il deputato Democratico ha inoltre citato le altre dichiarazioni diffuse ieri in merito alla riforma previdenziale da parte di Renzi e Poletti, i quali hanno così denunciato ancora una volta "la mancanza di gradualità nel sistema pensionistico targato Monti - Fornero".
Pensioni, per il Sen. Sacconi serve buon senso
Sulla vicenda è tornato ad esprimersi anche il Presidente della Commissione lavoro al Senato Maurizio Sacconi, scrivendo una lettera al Sole 24 Ore a seguito della pubblicazione dell'intervista al Presidente Inps Boeri.
"Ho condiviso con Damiano l’esigenza immediata di rallentare l’ulteriore allungamento della vita lavorativa di una generazione già prossima a pensione" ha evidenziato il Senatore, ricordando che gli stessi lavoratori si sono trovati davanti ad un improvviso aumento dell'età di uscita dal lavoro, che in alcuni casi ha raggiunto i sei anni.
Per questo motivo, "un po’ di buon senso per tutti non guasta dopo una riforma rigidissima e successive deroghe ad essa per singoli segmenti sociali, dagli esodati ai precoci ai beneficiari dell’Ape sociale". Sacconi ha quindi espresso un nuovo richiamo alla ragionevolezza, soprattutto considerando che il nostro modello della previdenza pubblica è "già vecchio", perché basato su di un mercato del lavoro in grado di offrire impieghi relativamente stabili.
Mentre al giorno d'oggi, al contrario, le nuove carriere lavorative sono caratterizzate da una sempre maggiore discontinuità, ha concluso il Senatore.
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