Continua ad essere il tema centrale e che suscita accese discussioni quello della riforma Pensioni 2017. È tornato a parlare con forza Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, che dopo aver parlato bene degli ultimi interventi sulla pensione anticipata, si è espresso anche su Opzione Donna e aspettativa di vita, due argomenti non meno importanti. Nel nuovo documento conclusivo dell'indagine conoscitiva promossa dalla Commissione ieri si è posto l'accento sugli argomenti sopracitati.

Riforma pensioni: tra maternità, età pensionabile e giovani

Ed è stato proprio Cesare Damiano, puntando il dito sulla necessità di colmare finalmente gli squilibri nei riguardi delle donne, ad affermare che per ponderare la maternità sarebbe ad esempio necessario riconoscere per ciascun figlio un periodo di contribuzione figurativa da aggiungere agli anni di effettiva contribuzione lavorativa ai fini pensionistici. L'innalzamento dell'età pensionabile, infatti, secondo quanto dichiarato dal presidente, non ha avuto alcuna compensazione per quanto concerne le donne. Questo, quindi, sarebbe un modo per poter riportare una differenza a favore delle donne. Oltre al tema delle donne, però, si è parlato anche della questione giovani: si è ribadita la volontà di inserire e assicurare la pensione di garanzia, di cui vi abbiamo già parlato nei giorni scorsi.

Riforma pensioni: correggere l'aspettativa di vita

Come ben noto da tempo, Damiano anche ieri non ha avuto parole dolci nei confronti dell'aspettativa di vita e dell'incremento dell'età pensionabile proprio per sua causa. Proprio ieri abbiamo posto l'attenzione sulla concreta possibilità che dall'1 gennaio 2019 si possa andare in pensione soltanto a 67 anni.

I sindacati starebbero lottando per correggere questo meccanismo, definito in tempi non lontani dallo stesso Damiano come un "meccanismo infernale".

Riforma pensioni: le parole di Damiano sul tema Opzione Donna

Ed è tornato al centro dell'attenzione anche l'argomento Opzione Donna, con Cesare Damiano che grazie ai dati diffusi ad aprile dall'Inps, ha potuto sottolineare come è stato confermato che nella legge di bilancio 2016, il Governo aveva sovrastimato le 36.000 domande e i 2,5 miliardi stanziati per le donne che vorrebbero andare in pensione con 57 o 58 anni di età anagrafica e 35 di contribuzione ma accettando la decurtazione dell'assegno pensionistico del 30%.

Per questo motivo, conclude Damiano, sarebbe giusto che i risparmi vengano utilizzati per prolungare la sperimentazione.

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