L’aspettativa di vita altro non è che la vita media degli italiani aggiornata più o meno annualmente dall’Istat. L’istituto di statistica calcola mediamente quanto dura la vita degli italiani e negli ultimi anni (escludendo il 2015), sembra che si viva più a lungo. Da semplice dato statistico, l’aspettativa di vita da anni viene associata alle problematiche previdenziali perché i requisiti anagrafici e contributivi, per quasi tutte le prestazioni pensionistiche che eroga l’Inps, si adeguano proprio a questi dati. L’adeguamento però è sempre e solo in aumento, mai in diminuzione.

Dopo la pausa estiva, quando il 30 agosto, nell’incontro già calendarizzato tra Governo e sindacati, si tornerà a parlare di fase 2 di riforma Pensioni con l’argomento centrale che sarà proprio l’aspettativa di vita. Questo perchè le ultime notizie danno per probabile l’innalzamento dei requisiti pensionistici dal 2019. Un pericolo che va scongiurato, anche se l’Inps, con il suo Presidente Tito Boeri, si è schierata a favore degli inasprimenti. Il motivo è sempre lo stesso, i conti pubblici e lo stato di salute delle casse dell’Inps.

Pensioni lontane oggi, ma andrà peggio domani

Ricapitolando, con l’ultimo Governo Berlusconi, l’aspettativa di vita ha iniziato ad incidere in maniera pesante sui lavoratori.

Con la riforma Fornero l’aumento della stima di vita non venne revocato ma confermato. Non essendo stata abolita, la Legge Fornero, con i suoi effetti che sono palesi oggi, contribuiranno a peggiorare la situazione anche domani. La pensione di vecchiaia oggi si centra con 66 anni e 7 mesi di età se uomini, 65 anni e 7 mesi se donne.

Dal 2018 tutto uniformato a 66,7, sia per uomini che per donne e tutti con minimo 20 anni di contributi. Dal 2019, se il trend sarà confermato, l’uscita si impennerà di 4 o 5 mesi, arrivando a 67 anni. Per la pensione di anzianità, che la riforma Fornero ha ribattezzato pensione anticipata, sono necessari 42 anni e 10 mesi (per le donne un anno in meno) e ce ne vorranno oltre 43 dal 2019.

Anche interventi tampone e straordinari, come può tranquillamente essere considerato opzione donna, con la sua pensione a 57 anni e 7 mesi di età, ha subito l’influenza di questo odiato parametro. Infatti, nel suo lancio sperimentale, per il primo anno, l’anticipata straordinaria per le donne si centrava con 57 anni e 3 mesi. Per opzione donna le proposte di estensione anche oltre il 2017 sembrano portare verso la cancellazione dell’aspettativa di vita da questa misura. È già realtà e quindi non inciderà più l’inasprimento, per la pensione speciale ai lavori usuranti e notturni, dal momento che l’aspettativa di vita, così come il meccanismo delle finestre mobili è stato abrogato, per questa misura, nell’ultima manovra finanziaria.

Soluzioni al vaglio

Proprio la manovra finanziaria o Legge di Bilancio sarà l’atto di Governo nel quale inserire prima di tutto un nuovo pacchetto previdenziale e poi, gli interventi a risolvere il nodo aspettativa di vita. In primo luogo, il Governo pensa di rendere gli aumenti diversi a seconda della tipologia di lavoro svolto. Si pensa di inserire corsie preferenziali per alcune categorie di lavoratori, in modo tale da non fargli pagare dazio in termini di requisiti di uscita. Chi svolge lavori pesanti, anche se non è ancora chiaro quali attività far rientrare nello sconto, non si vedrà innalzati i requisiti di accesso alle pensioni. Questo quanto finirà, probabilmente, sul tavolo della discussione il 30 agosto.

Una soluzione che si affiancherebbe a quella che vuole eliminare le disparità di genere e che sembra vertere verso la concessione di uno sconto in termini di requisiti pensionistici, per il gentil sesso. Uno sconto di un anno sui contributi versati o sull’età da raggiungere per la pensione per ogni figlio partorito, questa l’idea dell’Esecutivo. Un modo per tutelare quante hanno lasciato il lavoro e, quindi, preferito la famiglia ed i suoi bisogni alla carriera.