L'aspettativa di vita è finalizzata a calcolare il numero di anni che viene vissuto in media dalle persone di una nazione in un dato periodo. A livello mondiale, il parametro è stimato a 71 anni, con una variazione significativa tra uomini e donne. I primi si fermano a 68 anni e 6 mesi, mentre le seconde raggiungono i 73 anni e 6 mesi. I dati non sono però uguali per tutti i Paesi e possono presentare differenze anche molto marcate tra i primi della classifica, quelli che si situano nel mezzo e gli ultimi. L'Italia si pone tra i primi posti, avendo davanti solo il Giappone: si tratta di una notizia positiva, ma l'impatto del parametro sul sistema previdenziale pone in essere rischi di sostenibilità ed ha portato ad interventi peggiorativi in merito alla data di uscita dal lavoro.

La riforma previdenziale e l'adeguamento alla speranza di vita

L'idea di adeguare l'età di pensionamento alla speranza di vita è nata dalla necessità di controllare la spesa previdenziale e rendere sostenibile il comparto. Il sistema automatico è stato introdotto con la Manovra del 2009 e irrigidito ulteriormente con quella del 2011, attraverso un meccanismo destinato ad incrementare i requisiti anagrafici e contributivi richiesti per accedere all'Inps. A ciò si deve aggiungere che il vincolo non può essere rivisto al ribasso in caso di valori negativi, mentre nel 2021 saranno necessari comunque 67 anni di età per raggiungere la pensione di vecchiaia.